“Anime disperate mi hanno affibbiato l’immagine di subdola approfittatrice. Io ho deciso di dedicare totalmente la mia esistenza al recupero di Vittorio Sgarbi. Nulla pretendo in cambio”: la lettera di Sabrina Colle

  • Postato il 14 ottobre 2025
  • Trending News
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

La vicenda della richiesta di un amministratore di sostegno per Vittorio Sgarbi da parte della figlia Evelina e tutto quello che ne è seguito, tiene banco nelle trasmissioni televisive da giorni. Così, a Dentro La Notizia, oggi verrà commentata una missiva che Sabrina Colle – compagna del critico d’arte – ha inviato a Patrizia Groppelli, opinionista della trasmissione di Canale5, condotta da Gianluigi Nuzzi.

Questo il contenuto della lettera: “Cara Patrizia, è la “megera” che scrive. La perfida sfruttatrice di chissà cosa e chissà chi, la stratega diabolica che vuole fare terra bruciata intorno perché solo lei possa governare la situazione a suo piacimento, la subdola approfittatrice che vuole negare agli altri la spartizione di un bottino peraltro inesistente, che lo si sappia una volta per tutte invece di fantasticare a sproposito. Questa è l’immagine pubblica che mio malgrado, disdegnando di alimentare in ogni modo il per nulla sacro fuoco del gossip, mi trovo affibbiata da anime piuttosto disperate, non solo quelle che a gettone si esibiscono in favore di platea, anche altre, qualcuna perfino vicina, che tutto sommato non deve pensarla troppo diversamente. Non me ne importerebbe nulla, come nulla me ne era importato prima, se di queste calunnie, contro le quali invocherò d’ora in avanti la tutela sacrosanta della legge a partire dal ricorso alla diffida, non si potesse finire vittime. Non voglio però fare da agnello sacrificale più di quanto non abbia già fatto fino adesso. Così come a suo tempo feci con mia madre e mio padre quando giunsero in prossimità dell’ultimo loro percorso, ho deciso spontaneamente, senza che nessuno mi obbligasse e potesse obbligarmi a farlo, di dedicare totalmente la mia esistenza al recupero di Vittorio. L’ho deciso perché credo che amare davvero qualcuno voglia dire essere disposti anche a dedizioni totali di questo genere, di quelle che annullano completamente la dimensione sociale della propria esistenza, c’è solo una cosa da fare e quella cosa si fa, tutto il resto viene cancellato con un colpo di spugna”.

E ancora, Colle scrive: “Ma se ho fatto una certa scelta è anche nella piena consapevolezza che nessuna altra persona a questo mondo, nessuna, sarebbe stata in grado di dedicarsi totalmente ad assistere Vittorio in tutte le necessità anche più elementari, dall’alimentazione alla sollecitazione psicologica, dal movimento alla pulizia personale, in un modo anche lontanamente paragonabile a quello che sto facendo io. A prova di quanto sono stata disposta a fare per la riabilitazione psicologica di Vittorio, ho perfino cercato di coinvolgere più di una fra le donne che hanno avuto una certa importanza nella sua vita, compresa colei che qualche essere non meglio qualificabile ha tirato in ballo inopinatamente credendo che in tal modo mi si possa ferire, calpestando quindi quello che altre, non io, chiamerebbero “orgoglio femminile”. Nessuno che non sia in cattiva fede potrebbe negare ciò che per chi conosce davvero la situazione, non i cialtroni dalla chiacchiera a vanvera e gli speculatori sulle disgrazie altrui, è sotto la luce del sole, il fatto, cioè, che senza questa mia dedizione totale difficilmente, molto difficilmente Vittorio avrebbe potuto opporre resistenza, oggi ancora debole, ma enormemente rafforzatasi negli ultimi mesi, all’essere in balìa dei suoi spettri. Ma l’ho fatto senza volerlo rinfacciare a nessuno, solo nello spirito di chi voglia guardarsi allo specchio senza provare disprezzo per quanto vede. E nulla in cambio pretendo, meno che mai economicamente, visto che la dedizione è stata totale anche da quel punto di vista, sono io che sto sostenendo nel delicato momento, io, altrimenti non so dove si finirebbe. Ma che da qui si debba passare pubblicamente come la “megera” di cui sopra è qualcosa che mi dà l’idea di dove possa arrivare l’infamia del genere umano. Poco male, mi accontenterò della solidarietà di chi umanamente spregevole non è, come nel tuo caso. Ora torno al mio silenzio, ho già sottratto troppo tempo all’unica missione in cui oggi riconosco senso per la mia vita, riportare Vittorio a una normalità di condizione, una normalità a cui tutto questo clamore mediatico fine a sé stesso non potrebbe che fare del male. Perciò dimentichiamoci di me che poco conto e lasciamolo guarire in pace“.

L'articolo “Anime disperate mi hanno affibbiato l’immagine di subdola approfittatrice. Io ho deciso di dedicare totalmente la mia esistenza al recupero di Vittorio Sgarbi. Nulla pretendo in cambio”: la lettera di Sabrina Colle proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti