Il paradiso dei libri e delle riviste indipendenti di Perugia riempie la città di manifesti bianchi. Edicola 518 compie 10 anni
- Postato il 2 agosto 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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Il futuro della città è una pagina bianca: non è una richiesta, né una provocazione, quella lanciata a Perugia da Edicola 518, ormai un’istituzione locale e nazionale nata dal recupero del chiosco ai piedi delle scalette di Sant’Ercolano. È più un canale di comunicazione diretta con il territorio, aperto con lo stesso spirito con cui i giovani di Edicola 518 organizzano da anni rassegne di ogni tipo (dall’editoria indipendente all’arte urbana), che cade qui in occasione di un momento particolare: il decennale dalla nascita del progetto. Una chiamata, quella avviata il 15 luglio e coadiuvata dai ricercatori Francesca Gotti e Giovanni Galanello, a cui nel giro di una settimana hanno risposto in molti con slogan politici, messaggi d’amore, piccole opere d’arte, poesie e disegni.
Il decennale di Edicola 518
L’acquisizione dei 400 spazi di affissione e la loro trasformazione in bacheche aperte al pubblico è il primo atto di un percorso di avvicinamento all’anniversario, chiamato L’Edicola che vorrei, peraltro progetto vincitore della sesta edizione del bando Laboratorio Creatività Contemporanea della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Un viaggio che culminerà, il primo giugno 2026, con il restauro fisico del chiosco e la sua riapertura ufficiale, passando attraverso una serie di momenti conviviali: il primo, in programma per la terza settimana di settembre, sarà Radio Edicola, un punto radiofonico autogestito all’interno del chiosco (organizzato insieme al Centro Internazionale di Ricerca sulle Convivialità Elettriche) dove saranno intervistati cittadini, operatori culturali e istituzioni per immaginare insieme la città.
L’intervista ad Antonio Brizioli, curatore e cofondatore di Edicola 518
“Anche se il progetto ha una statura nazionale e internazionale, nei momenti importanti noi vogliamo sempre tornare alla comunità e rinnovare il legame che caratterizza questa attività, che vive di radici”, spiega ad Artribune Antonio Brizioli, che con il fratello Alberto ha fondato Edicola 518 ormai un decennio fa e ne è tuttora curatore. Centro delle attività resta quindi il territorio, considerato che “oltre che cuore spirituale, dato dal fatto che abbiamo un rapporto e un feeling rinnovato negli anni, è anche il cuore della nostra attività economica, con la libreria Paradiso 518 e la vineria Quasi 518”.
Da questo rapporto nasce l’idea dei manifesti, aperti e privi di indicazioni: “Siamo un po’ al confine tra l’art attack, fare ricerca e invitare alla partecipazione. Qualcuno ha usato lo spazio bianco in modo politico e provocatorio, qualcun altro solo per dire alla fidanzata che la ama. Quello che ci interessava era poter comprare degli spazi d’affissione nel mercato reale e far sì che la gente, anziché il manifesto commerciale, trovasse una pagina bianca, che per noi ha senso anche così, bianca”. Una pagina su cui non c’è nemmeno un invito a collaborare, e che così facendo, spiega Brizioli, “sfida anche le dinamiche dell’invito e del permesso”.
Edicola 518 tra i primi nel recupero nazionale delle edicole
Il progetto per l’anniversario di Edicola 518 – che nel frattempo è diventata una cooperativa con sei dipendenti distribuiti nei tre spazi nel quartiere Borgo Bello – vuole essere “una riflessione su quel gesto iniziale: l’acquisto, in una zona depressa della città, dell’edicola, che probabilmente nessuno avrebbe ricomprato e riaperto come tale, e che quindi sarebbe stata rimossa come già tante prima di lei. Invece, così, è diventata l’inizio di una reazione a catena a livello nazionale”.
Da quella prima decisione è scaturito un programma di oltre cento incontri nei vicini giardini, “che prima erano un luogo giusto di passaggio, senza convivialità e offerte culturali”, e una serie di piccoli interventi di riqualificazione del quartiere, come la pedonalizzazione e la riabilitazione della fontana, che hanno portato poco alla volta alla sua rinascita: “Nei contesti urbani un margine di iniziativa c’è, ed è importante per noi trasmettere questo messaggio: la nostra storia può essere un kit, una cassetta degli attrezzi per altre riscritture e non solo di edicole”. E già un po’ lo è stata, visto che nel corso di questi dieci anni molte vecchie edicole si sono riorganizzate come presidi culturali, con sfumature proprie: un panorama vivo e in divenire che, dice Brizioli, “stiamo studiando e mappando, e che il prossimo anno vorremmo divulgare in una pubblicazione”.
Giulia Giaume
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