Tutte le mostre da vedere in Puglia in questo autunno 2025. La guida
- Postato il 11 ottobre 2025
- Arti Visive
- Di Artribune
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Iniziano i primi freddi, ma la voglia di andar per mostre non accenna a diminuire per gli amanti dell’arte. In Puglia ci sono tante mostre da visitare, ed Artribune ha selezionato quelle da non perdere: dalla mostra di Roberto Cuoghi alla Fondazione Pascali di Polignano a Mare agli artisti contemporanei che si confrontano con la poetica di Yves Klein a San Giovanni Rotondo; dalla mostra al femminile in corso da Kora, nel Salento, alla presentazione del film e della mostra di Driant Zeneli a Lecce. A Bari, tra le varie, sono da visitare la personale di Fernando De Filippi al Museo Nuova Era, quella di Onofrio Mangini al Museo civico, la collettiva al Museo Santa Scolastica e l’esposizione di Lydia Dambassina alla galleria Murat 122. Da non perdere anche le due nuove mostre al MArTA di Taranto, l’esposizione dedicata al fotografo Pino Musi alla Fondazione Biscozzi-Rimbaud a Lecce, la mostra fotografica Ricognizione 25 a Galatina, la personale di Sudesh Prasad a Carovigno, la mostra di Omar Galliani ad Altamura e quella di Bartolomeo Paradiso a Santeramo in Colle.
Cecilia Pavone
Bari
Castello di Carlo V – Phest Festival
Tra le numerose mostre ed eventi nell’ambito del Phest di Monopoli, il festival internazionale di arte e fotografia in corso in Puglia, sono da non perdere le due mostre dedicate a Goya e a Martin Pharr. La prima, Francisco Goya. Los Caprichos. La ragione dei mostri, a cura di Roberto Lacarbonara e Giovanni Troilo, è in corso al Castello Carlo V di Monopoli, e riunisce l’intera raccolta delle 80 incisioni del grande artista prodotte nel 1799, prestate dal Museo di Belle Arti di Valencia. La mostra di Martin Parr, Pleased to Meet You, è invece allestita al Monastero di San Leonardo, ed è curata da Arianna Rinaldo e Giovanni Troilo. Tra i maestri della fotografia contemporanea, l’artista inglese, fotografo della Magnum dallo stile essenziale e diretto, propone 50 scatti che immortalano i cambiamenti epocali della società contemporanea, ma c’è anche una sezione speciale di foto in bianco e nero che ritraggono suggestivi paesaggi della sua terra.

Francisco Goya. Los Caprichos. La ragione dei mostri
Phest Festival, Castello Carlo V, Monopoli (Bari)
Fino al 6 novembre 2025
Museo Civico – Onofrio Mangini
L’opera di Onofrio Mangini (Bari, 1925-2020), tra i maestri dell’architettura italiana, è al centro della mostra Sorprendente Novecento, in corso al Museo Civico di Bari. L’esposizione, curata da Nicola Signorile e Donato Stefanelli, narra il lungo e intenso percorso dell’architetto innovatore che ha inciso profondamente sull’assetto urbano di Bari, proiettando la città in una dimensione internazionale attraverso lo sviluppo tecnologico e la sperimentazione dei linguaggi. Il percorso espositivo è costituito da progetti, disegni, documenti, plastici e rilievi che raccontano la capacità di Mangini di attraversare indenne le contraddizioni dell’architettura del Dopoguerra e di anticipare i tempi, progettando edifici caratterizzati da una notevole eleganza ed originalità. Tra i progetti in mostra vi sono quelli del primo padiglione della Meccanica alla Fiera del Levante, dei porti turistici degli ultimi anni, e di edifici quali i palazzi De Florio e Labellarte.

Sorprendente Novecento – Onofrio Mangini
Museo Civico, Bari
Fino al 9 novembre 2025
Art Immagine – Omar Galliani
É dedicata ad Omar Galliani (Montecchio Emilia – Reggio Emilia, 1954), maestro del disegno contemporaneo e tra i protagonisti della scena artistica internazionale, la mostra Cosmogonie, in corso alla galleria Art Immagine di Altamura. Il percorso espositivo si snoda in lavori inediti ed opere storiche, tra le quali i celebri cicli Tra Oriente e Occidente e Carta d’Oriente. Le creazioni più recenti, invece, appartengono alle serie Blu oltremare e Cosmogonie, realizzate tra il 2024 e il 2025. La mostra, a cura del gallerista Francesco Taccogna, corrisponde ad un viaggio attraverso l’universo artistico di Omar Galliani, tra le sue tavole disegnate a grafite, carboncino, pastelli e oro inciso in foglia. Invitato tre volte alla Biennale di Venezia e premiato alla Biennale di Pechino, da sempre Galliani concepisce il disegno come uno dei principali strumenti d’esplorazione e ha aperto un dialogo ideale mai sopito con il disegno rinascimentale, rimanendo comunque aperto alle dinamiche artistiche contemporanee in continuo mutamento.

Cosmogonie. Omar Galliani
Art Immagine, Altamura (Bari)
Fino al 22 novembre
Muratcentoventidue Artecontemporanea – Lydia Dambassina
Il monte Olimpo, dimora degli dèi secondo la mitologia greca, è abitato, oggi, dai 12 uomini più ricchi della Terra, che non esitano a sfruttare e distruggere sistematicamente la natura in nome del dio denaro e delle logiche di mercato. Parola di Lydia Dambassina (Salonicco), che adopera questa metafora per denunciare – attraverso la creazione artistica – le contraddizioni dell’epoca contemporanea, in particolare la disuguaglianza economica, la questione ambientale e l’ingiustizia sociale. L’artista greca, dall’approccio multidisciplinare, espone alla galleria barese Murat 122, nella mostra Olympus offshore che inaugura l’11 ottobre, e propone alcuni lavori emblematici della sua ricerca. Tra questi vi sono il video The Greatest Desire, che identifica il desiderio come veicolo di resistenza e speranza in una società liquida senza miti né futuro, poi c’è l’opera Untitled, che rappresenta il concetto dell’equilibrio, e infine l’evocativa installazione Privilèges, simbolo del sentimento ambivalente che oscilla tra costrizione e desiderio di fuga.

Olympus offshore. Lydia Dambassina
Muratcentoventidue Artecontemporanea, Bari
Fino al 30 novembre
Museo Nuova Era – Fernando De Filippi
Il fuoco, archè e simbolo del divenire, causa prima dell’incessante mutamento di tutte le cose secondo Eraclito, costituisce l’elemento base della poetica di Fernando De Filippi (Lecce, 1940). L’artista presenta a Bari, negli spazi della galleria Museo Nuova Era, diretta da Rosemarie Sansonetti, la mostra Metamorphosis, che inaugura l’11 ottobre alle 18.30. Fil-rouge dell’esposizione di De Filippi, introdotta da un testo critico di Pietro Marino, è la serie delle opere avviata nel 2018, caratterizzate da immagini del “fuoco-testo”. Sono grandi ritratti fotografici di parole impresse nel fuoco come “art”, “love”, “metamorphosis”, “revolution”. Lavori che segnano una fase fondamentale della ricerca del poliedrico artista, probabilmente la naturale evoluzione della sua “arte militante” – espressa attraverso la riproduzione delle “affissioni selvagge” – avviata negli anni Settanta, in linea con gli ideali rivoluzionari del Sessantotto di libertà e liberazione dal sistema capitalista.

Metamorphosis. Fernando De Filippi
Museo Nuova Era, Bari
Fino al 6 dicembre 2025
Museo di Santa Scolastica – Dove non siamo stati
Il passaggio verso i luoghi non ancora attraversati, l’impronta lasciata sulla via della memoria del futuro, la connessione tra arte contemporanea e archeologia. È questo il nucleo tematico della mostra collettiva Dove non siamo stati, che inaugura il 12 ottobre al Museo Archeologico di Santa Scolastica. L’esposizione, ideata da Artes – Punto di svolta e a cura di Giuliana Schiavone, è il frutto di un progetto che corrisponde a un percorso di ricerca curatoriale femminile, con la direzione artistica di Elisabetta Sbiroli, la scenografia di Vera Granger e il coordinamento generale di Roberta Giuliani, insieme alla consigliera delegata alla Cultura del Comune di Bari, Francesca Bottalico. Protagonisti della mostra, che trae il titolo da un verso della poetessa Giovanna Cristina Vivinetto, sono 25 artisti contemporanei, italiani e stranieri e cinque artisti emergenti under 35, che sono stati destinatari delle residenze artistiche in Puglia per il progetto Dove. La mostra è accompagnata, poi, da un ricco programma di incontri, performance e laboratori.
Dove non siamo stati
Museo di Santa Scolastica, Bari
Fino al 31 dicembre 2025
Pinacoteca Comunale Francesco Netti – Bartolomeo Paradiso
Riscoprire e valorizzare l’opera di Bartolomeo Paradiso (Santeramo in Colle, 1878 – Bisceglie, 1971), erede artistico di Francesco Netti e oscurato nel suo percorso dalla censura fascista. Sono questi gli obiettivi della mostra Bartolomeo Paradiso e il paesaggismo del primo Novecento, in corso a Santeramo in Colle, nella Pinacoteca Comunale Francesco Netti a Palazzo Marchesale. L’esposizione è a cura di Ubaldo Fraccalvieri e Luciano Sabino Rampino, con la consulenza di Christine Farese Sperken, ed è organizzata dal Comune di Santeramo in Colle e dell’APS Francesco Netti, in collaborazione con esperti di storia dell’arte, collezionisti privati e con la Pinacoteca Metropolitana di Bari “Corrado Giaquinto”. Il percorso espositivo è composto da 30 opere di Paradiso, esponente di spicco della pittura paesaggistica che si distingueva per l’attenzione alle tematiche sociali e alla questione contadina. Ma vi sono anche i lavori degli artisti murgiani Damaso Bianchi, Enrico Castellaneta, Francesco Romano, oltre alle opere di Hero, il figlio di Paradiso.

Bartolomeo Paradiso e il paesaggismo del primo Novecento
Pinacoteca Comunale Francesco Netti, Santeramo in Colle (Bari)
Fino al 29 marzo 2026
Fondazione Pascali – Roberto Cuoghi
La metamorfosi del Se’ e del mondo fenomenico, vissuta attraverso l’arte, è al centro della ricerca di Roberto Cuoghi (Modena, 1973), vincitore della XXVII edizione del Premio Pino Pascali. L’artista, premiato per la sua poetica permeata dalla connessione tra dimensione artistica e sfera socio-antropologica, è il protagonista della mostra che inaugura il 18 ottobre alla Fondazione Pascali di Polignano a Mare. In esposizione alcune tra le opere più rappresentative del suo percorso, costellato – tra provocazioni ed eccessi – da riflessioni sull’identità, sul corpo, sulla memoria culturale e sull’indefinibilità del sacro, ma caratterizzato anche dall’identificazione totale con l’opera d’arte. Artista di spicco del panorama contemporaneo, Cuoghi si esprime attraverso una pluralità di linguaggi artistici, dalla pittura alla scultura e all’installazione, fino alla sperimentazione sonora. E lo fa concependo l’arte come “un modo per sperimentare la morte senza morire, per trasformarsi senza essere persi, per essere qualcun altro senza dimenticare chi siamo”.

Premio Pino Pascali, Edizione XXVII. Roberto Cuoghi
Fondazione Pascali, Polignano a Mare (Bari)
18 ottobre 2025 – 3 maggio 2026
Lecce
Fondazione Biscozzi-Rimbaud – Pino Musi
La sperimentazione incessante, l’equilibrio tra astrazione e dimensione analitica, il superamento delle categorie spazio-temporali. Sono queste alcune caratteristiche fondamentali della ricerca fotografica avviata da Pino Musi, (Salerno, 1958). L’artista visivo e fotografo, rigorosamente autodidatta, è il protagonista della mostra Polyphōnia, in corso alla Fondazione Biscozzi-Rimbaud di Lecce. 51 scatti, rigorosamente in bianco e nero, compongono l’esposizione, curata da Stefania Zuliani e arricchita da un cortometraggio creato per l’occasione. Pino Musi cattura, senza alcun intento documentaristico o digressioni nostalgiche, spazi e confini delle metropoli, generando una riflessione sulle modalità di percezione dello spazio urbano. La sua indagine fotografica è contrassegnata dal rigore formale, dal ritmo, dalla sottrazione. Per questo le sue opere sono assimilabili a partiture visive. Gli scatti incisivi di Musi raggiungono le vette dell’astrazione e generano una peculiare sintesi visiva, risultante dall’intreccio tra antropologia, architettura, archeologia e produzione industriale.

Polyphōnia. Pino Musi
Fondazione Biscozzi-Rimbaud, Lecce
Fino al 6 gennaio 2026
Gigi Rigliaco Gallery – Ricognizione 25. Sguardo alla fotografia in Puglia 2000-2025
Una ricerca sulla fotografia contemporanea in Puglia, in particolare sulla poetica e sulla produzione degli artisti attivi nell’ultimo venticinquennio. É questo il fulcro di Ricognizione 25. Sguardo alla fotografia in Puglia 2000-2025, mostra collettiva in corso alla Gigi Rigliaco Gallery di Galatina, curata da Isabella Battista e Carmelo Cipriani. L’esposizione costituisce il frutto di un’attenta selezione di 25 artisti nati tra il 1970 ed il 1995, dunque né maestri né emergenti, ma appartenenti ad una generazione intermedia. Tra i fotografi invitati ad esporre vi sono Claudia Fuggetti che, attraverso l’opera Metamorphosis, riflette sulla questione ambientale, auspicando una rinascita del rapporto uomo-natura; Maria Lauriola, poi, indaga, nello scatto Fede digitale, gesti e comportamenti della folla come corpo unico, immortalata mentre segue una processione; Francesca Speranza, con la serie My Container, esplora le contaminazioni antropiche del paesaggio, mentre Irene Pucci, nello scatto Lee, ritrae un modus essendi del Sud, anche in relazione con il sacro.

Ricognizione 25. Sguardo alla fotografia in Puglia 2000-2025
Gigi Rigliaco Gallery, Galatina (Lecce)
Fino al 6 gennaio 2026
Kora, Centro del contemporaneo – Selvatica
L’archetipo del femminile e la sua natura primordiale, riflessa nelle società matriarcali preistoriche ed antiche, permea la mostra collettiva Selvatica, in corso negli spazi di Kora, Centro del contemporaneo a Castrignano de’ Greci, nel cuore della Grecia Salentina. L’esposizione, a cura di Iuno – il progetto curatoriale realizzato da Cecilia Canziani, Ilaria Gianni e Giulia Gaibisso – è un’iniziativa di Ramdom, associazione culturale da sempre impegnata nella connessione tra arte contemporanea e territorio. La mostra, visitabile fino al 18 gennaio 2026, rientra nell’ambito progetto Il Borgo del Contemporaneo di Castrignano de’ Greci, realizzato con il sostegno dell’Unione Europea. Protagoniste di Selvatica sono undici artiste appartenenti alle generazioni più recenti, note nel panorama contemporaneo italiano ed internazionale: Chiara Camoni, Cleo Fariselli, Gaia Fugazza, Helena Hladilová, Lucia Leuci, il duo Grossi Maglioni, Cynthia Montier, Caterina Morigi, Marta Roberti, Francis Upritchard ed Alice Visentin.

Selvatica
Kora, Centro del contemporaneo, Castrignano de’ Greci (Lecce)
Fino al 18 gennaio 2026
Museo Castromediano – Driant Zeneli
Approda a Lecce, in prima assoluta, l’opera filmica di Driant Zeneli (Scutari, Albania, 1983), When winds in monsoon play, the white peacock will sweep away. Realizzato nell’ambito di The six seasons of the white peacock – il progetto di cooperazione internazionale vincitore della XIII edizione dell’Italian Council e presentato di recente al Museo Castromediano di Lecce – il film sarà proiettato al Cine Lab Bertolucci il 14 ottobre. Questo lavoro costituisce il risultato finale dell’intenso impegno artistico di Zeneli portato avanti negli ultimi mesi in Bangladesh tra il Parlamento di Dacca ed il centro per l’arte contemporanea Srihatta a Sylhet. Al centro del film, realizzato in collaborazione con altri cinque artisti del luogo, la favola del pavone bianco incapace di volare, che rispecchia la poetica onirica di Zeneli caratterizzata dall’ossessione per la forza di gravità. É prevista, poi, per il 15 ottobre a Lecce, nell’ex chiesa di San Francesco della Scarpa, al Convitto Palmieri, la mostra Falling, dedicata al percorso artistico di Zeneli, a cura di Laura Lamonea.

The six seasons of the white peacock. Driant Zeneli
Museo Castromediano, Lecce
Fino all’11 marzo 2026
Foggia
Galleria di Palazzo Dogana – Tina Modotti
É dedicata a Tina Modotti (Udine, 1896 – Città del Messico,1942) – fotografa italo-americana, attivista politica e figura emblematica del XX secolo che ha vissuto in prima persona e rappresentato artisticamente la lotta comunista e la rivoluzione messicana – la mostra inaugurata alla Galleria di Palazzo Dogana a Foggia. L’esposizione, dal titolo Tina Modotti, Donna, Fotografa, Militante. Una vita fra due Mondi, si snoda in 60 fotografie, lettere, documenti e articoli che contribuiscono a ricostruire la vita e l’opera dell’artista militante e del suo percorso tra due culture: quella italiana e quella messicana. La mostra, che rientra nell’ambito della rassegna fotografica “Foggia Fotografia. La Puglia senza confini”, ideata dal FotoCineClub di Foggia, è organizzata dall’associazione Storia e Memoria Aps di Albano Laziale e ripercorre, in particolare, le esperienze di Tina Modotti nella realtà sociale messicana e negli ambienti culturali dell’epoca, fino all’adesione al partito Comunista messicano e al suo esilio di Berlino nel 1930.

Tina Modotti. Donna, Fotografa, Militante. Una vita fra due mondi
Galleria di Palazzo Dogana, Foggia
Fino al 31 ottobre 2025
Galleria Contemporanea – Tano Festa
La poetica di Tano Festa (Roma 1938 – 1988), tra i principali artisti della Scuola di Piazza del Popolo insieme a Franco Angeli, Giosetta Fioroni e Mario Schifano, è al centro della mostra antologica allestita negli spazi della Contemporanea Galleria d’Arte di Foggia. L’esposizione, a cura di Giuseppe Benvenuto, è composta da 25 opere che testimoniano le tappe fondamentali del suo percorso artistico, caratterizzato da peculiari reinterpretazioni – dalle cromie vivide – dell’arte rinascimentale e di icone della cultura popolare, sotto il segno della Pop Art italiana. La sua ricerca, che si esprime principalmente attraverso i linguaggi della pittura e della fotografia, si basa sull’esplorazione delle contraddizioni tra memoria collettiva e società del consumo. La serialità delle opere su uno stesso tema, poi, è un elemento ricorrente nella sua arte. Tra le serie più celebri vi sono quelle dedicate all’Adamo dei dipinti di Michelangelo nella Cappella Sistina, ma anche le serie di ritratti di amici e familiari, oltre a quelle dei “Coriandoli”, dipinti materici in acrilico dai colori estremamente vivi.

Tano Festa
Contemporanea Galleria d’Arte, Foggia
Fino al 16 novembre 2025
San Giovanni Rotondo – I fondamenti del blu
Il colore blu, simbolo del mondo immateriale e della dimensione spirituale per eccellenza, ma anche cifra stilistica dell’opera di Yves Klein, costituisce il fil-rouge della mostra diffusa Blu. I fondamenti dello spirito, in corso a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia. L’esposizione, ideata nell’ambito del Giubileo 2025 e a cura di Cristina Maiorano, pone a confronto gli artisti contemporanei Francesco Fossati, Vincenzo Marsiglia, Penzo+Fiore e Luca Pozzi con il maestro francese, precursore della Body Art. Il percorso si articola in un pellegrinaggio ideale tra il Santuario di San Pio da Pietrelcina e le chiese del Borgo Antico (Chiesa di San Nicola, Chiesa di San Leonardo Abate, Chiesa di San Giovanni Battista). A completamento della mostra è, poi, in esposizione, nel foyer del Santuario di San Pio, anche l’opera “Monocromo Blu”, un ex-voto donato dall’artista al Monastero di Santa Rita da Cascia nel 1958. Devoto a Santa Rita, Klein le ha donato un altro ex-voto del 1961, al quale si ispirano gli altri tre “tables” presenti in mostra.

Blu. I fondamenti dello spirito
San Giovanni Rotondo (Foggia)
Fino al 30 novembre 2025
Brindisi
Galleria 32 – Sudesh Prasad
La Galleria 32 di Carovigno ospita Never from somewhere, la mostra personale di Sudesh Prasad (Londra, 1962). L’artista di origini indiane, attualmente di base in Puglia, ha viaggiato in tutto il mondo, vivendo lunghi periodi nelle isole Fiji, alle Hawaii, a New York, a Londra, ma anche a Vienna e a Roma. Da questo vissuto deriva la sua riflessione, attraverso linguaggi artistici differenti, sul nomadismo e sulla precarietà delle radici identitarie. Nei dipinti dalle cromie intense, che costellano il percorso espositivo, ricorre la figura del cerchio, metafora esistenziale, simbolo archetipico della perfezione dell’essere, dell’ordine cosmico e del tempo lineare nel pensiero di Parmenide. Ma Sudesh Prasad intende il cerchio anche come emblema dell’eterno ritorno, della circolarità e della ciclicità del tempo e dell’esistenza. Come ha scritto Gianluca Marziani: “in bilico tra arte povera e simmetria minimalista, Prasad guarda oltre, verso i confini di un mondo che sembra appartenergli come tesoro mentale di esperienze vissute sulla propria pelle”.

Never from somewhere. Sudesh Prasad
Galleria 32, Carovigno (Brindisi)
26 ottobre 2025
Taranto:
MArTA – Due mostre di archeologia
Il MArTA, museo archeologico nazionale di Taranto, ospita due mostre da non perdere: Archè, il principio e l’acqua e Rara avis. Ritratti in bronzo dalla Magna Grecia al contemporaneo. L’esposizione Archè è composta da reperti appartenenti alle collezioni del MArTA finora non visibili al pubblico perché conservati nei depositi per mancanza di spazio. Il percorso espositivo si snoda tra la hall del museo e la Sala mostre temporanee, ubicata al piano terra. I reperti – contenitori legati all’uso dell’acqua, dunque Hydria e Louterion dell’età ellenistica, ma anche Trozzelle, anfore e borracce “da pellegrino” di età medievale – sono in costante dialogo con la collezione permanente. La mostra Rara avis, curata dall’archeologo Francesco Cuteri, è invece allestita al secondo piano del MArTA, nella sala adiacente l’esposizione di Orfeo e le Sirene, e presenta le nove teste bronzee con inserti in pietre preziose realizzate dell’orafo e scultore Antonio Affidato, realizzate sotto il segno dei legami culturali indissolubili tra Puglia e Calabria.

Archè, il principio e l’acqua // Rara avis. Ritratti in bronzo dalla Magna Grecia al contemporaneo
MArTA, Taranto
Fino al 01 febbraio 2026
L’articolo "Tutte le mostre da vedere in Puglia in questo autunno 2025. La guida" è apparso per la prima volta su Artribune®.