A Verona c’è una mostra per tutti che vuole portare l’arte fuori dai canoni e dentro il vissuto
- Postato il 10 settembre 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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Con oltre 50 opere d’arte provenienti da collezioni pubbliche e private, tra la Fondazione Cariverona e UniCredit, dal 12 settembre 2025 la città scaligera ospita Nessuno escluso. Linguaggi dell’opera e accesso al sensibile. A cura di Cesare Pietroiusti, l’esposizione propone un percorso visivo e concettuale sul tema dell’accessibilità all’esperienza estetica, al pubblico gratuitamente fino al 30 agosto 2026. Il progetto segna l’avvio ufficiale di Interregno, programma culturale a cura di Fondazione Cariverona con Urbs Picta, in collaborazione con il Museo del Contemporaneo dell’Università di Verona e con la direzione artistica di Jessica Bianchera. Previste tre grandi mostre e un diversificato calendario di attività pubbliche tra cui laboratori per famiglie e scuole, visite guidate e incontri.
La mostra “Nessuno escluso. Linguaggi dell’opera e accesso al sensibile” a Verona
La mostra prende le mosse dalla convinzione che la bellezza, intesa non come categoria estetica tradizionale ma come esperienza sensoriale e conoscitiva, è un diritto. E come tale dev’essere garantita a tutti, senza filtri di competenza, formazione o appartenenza. Come suggerisce il titolo, è un invito a vivere l’opera d’arte non come un oggetto da ammirare, ma come dispositivo aperto, capace di generare relazione, riflessione e immaginazione. Per questo, la selezione unisce artisti di generazioni e linguaggi diversi: da Umberto Boccioni a Giorgio Morandi, da Alberto Viani e Arcangelo Sassolino a Claudia Losi, Kateřina Šedá e Marcello Maloberti. A questi si affianca un nucleo di opere provenienti dalla collezione personale dello stesso Pietroiusti, per la prima volta impegnato nella curatela di una mostra costruita a partire da due grandi raccolte bancarie. Formatosi in ambito medico-psichiatrico, Cesare Pietroiusti ha orientato la propria pratica artistica verso situazioni spesso marginali, paradossali, trascurate. La sua collezione privata, costituita nel tempo attraverso scambi, relazioni e contesti condivisi, rappresenta una biografia per immagini che si intreccia con la storia dell’arte istituzionale, offrendo un punto di vista intimo e critico sul concetto stesso di collezione.
La parola al curatore Cesare Pietroiusti
“Scegliere, fra le centinaia di opere disponibili, è stato un piacere, una responsabilità, ma anche una scoperta. Il ‘viaggio’ dentro queste collezioni di Fondazione Cariverona e UniCredit è un viaggio non solo attraverso i secoli, ma anche attraverso le differenze di tecniche, di linguaggi, di intenzionalità espressive, di gusto dell’acquirente, di locale e internazionale. La scoperta sta nel fatto che proprio l’eterogeneità, l’incontro di differenze a prima vista incomponibili, rappresenta non solo una chiave di lettura, ma anche una vera chiave di accesso. A che cosa? Al sensibile, a quella cosa che spesso, riferendoci all’arte, chiamiamo ‘bellezza’. Credo che tale possibilità di accesso sia un diritto di tutte e tutti, nessuno escluso; un diritto fondamentale, come quello ai mezzi di sussistenza, un accesso che produce ricchezza e benessere, e che è necessario perché la ricchezza e il benessere materiali non diventino – come accade sempre più spesso – arroganza, insoddisfazione, infelicità (vissuta e data). Con la mostra Nessuno escluso vorrei condividere l’esperienza che ciascuna delle opere esposte rappresenta una possibilità di godimento (in tutti i sensi) del diritto di cui parlo, attraverso una qualche forma di relazione (visiva, concettuale, narrativa) con ciascuna visitatrice e ciascun visitatore: ad essi vorrei proporre un approccio che vada al di là del mi-piace/non-mi-piace e che colga, invece, nel percorso fra un’opera e l’altra, quella possibilità. Questo è il criterio che mi ha guidato nella selezione: scegliere opere che mettano in evidenza le differenze. Forse una mostra può dirsi ‘riuscita’ proprio quando tante opere diverse, nessuna esclusa, costituiscono un insieme in grado, in chi la attraversa, di ‘generare sensibile’: sensazione, significato, pensiero”, spiega il curatore.
Motivi e artisti della mostra “Nessuno escluso. Linguaggi dell’opera e accesso al sensibile” a Verona
Tra i lavori simbolicamente più significativi, tre rappresentazioni di San Giovanni Battista, datate tra Trecento e Cinquecento, che aprono la mostra con un gesto profetico: l’indicare ciò che verrà. A chiudere idealmente, l’accostamento fra una fotografia di Luigi Ghirri e la “stufa” di Renato Guttuso, in un cortocircuito tra quotidianità, astrazione e realtà.
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