Arte senza dazi. A Roma una mostra fa da ponte tra Oriente e Occidente
- Postato il 7 settembre 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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Quando due anni fa il critico e curatore Gabriele Simongini ha cominciato lavorare a questa mostra, il tema del dialogo tra i popoli sembrava un argomento quasi rituale, confinato ai discorsi ufficiali e alle dichiarazioni di principio. Nessuno poteva immaginare che, al momento dell’inaugurazione, questo tema sarebbe apparso tanto urgente e necessario, quasi un appello al senso profondo di umanità condivisa che l’arte può ancora esprimere. La mostra 2025 – East and West presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma si inserisce in questa prospettiva: una riflessione sull’universalità del dialogo culturale, mai così importante come nel nostro presente. L’iniziativa si colloca in occasione del 55° anniversario dei rapporti diplomatici tra Italia e Cina, intrecciando due tradizioni artistiche che, pur lontane, hanno saputo contaminarsi e rigenerarsi reciprocamente.

East and West. Un confronto senza confini
Come ha sottolineato la direttrice della galleria, Cristina Mazzantini, si tratta di un confronto “diretto” tra le realtà più vivaci dell’arte contemporanea cinese e italiana: l’Accademia delle Belle Arti di Shanghai, l’Associazione degli Artisti di Shanghai e la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. “L’arte ha sempre costruito ponti” e non mette dazi – questa l’idea guida che percorre l’intera esposizione, in un tempo in cui i confini economici e politici sembrano diventare sempre più rigidi, la creatività vuole sfuggire a ogni forma di barriera. La mostra mette in dialogo maestri e avanguardie del Novecento italiano – Balla, Boccioni, Modigliani, Carrà, De Chirico, Morandi, Burri, Fontana, Kounellis, Schifano, Cattelan e artisti emergenti come De lorenzo, Piangiamore, Becheri, Rivalta – con artisti contemporanei cinesi seguendo come filo conduttore l’esplorazione di temi universali: destino dell’umanità, identità culturale, rispetto della storia e delle tradizioni, sfide del futuro.
Le sezioni della mostra “East and West” alla GNAMC
L’esposizione si articola in tre sezioni tematiche, pensate come percorsi che intrecciano passato e presente, memoria e sperimentazione, artisti cinesi ed italiani. Nella prima, Riflessi dello spazio-tempo, emergono le interrogazioni condivise e le diverse risposte che artisti cinesi e italiani hanno formulato di fronte alla transizione verso la modernità. Futurismo, metafisica e spazialismo trovano risonanze inattese nei linguaggi orientali, dove la visione del tempo non è lineare ma circolare. La seconda, Espansione del pensiero, offre una riflessione sulla materialità e sull’oggettività, che si apre a questioni sociali, ecologiche e identitarie, rivelando come l’arte possa ancora essere strumento di critica e di coscienza collettiva. Infine Generazione dell’immaginario, dove l’esperienza individuale diventa materia viva di trasformazione, dando origine a nuovi paesaggi visivi e a forme di narrazione che si muovono tra memoria, sogno e visione. Mentre gli artisti italiani continuano a indagare velocità, spazio, materialità e tensioni sociali, i loro colleghi cinesi tendono a riattualizzare i linguaggi della tradizione in chiave moderna, mostrando un’attenzione particolare al rapporto tra spiritualità e immagine.







Oriente e Occidente: un’antica conversazione
Questa mostra si colloca nel solco di un dialogo secolare tra culture. Il legame tra Italia e Cina in campo artistico non è nuovo: basti pensare a figure come Padre Matteo Ricci o al pittore Giuseppe Castiglione – conosciuto in Cina come Lang Shining – che nel XVIII Secolo lavorò alla corte imperiale Qing. La sua opera, che fonde tecniche pittoriche occidentali e orientali, rappresenta uno degli esempi più alti di contaminazione tra mondi, un processo che oggi si rinnova con nuovi strumenti e sensibilità. La calligrafia orientale, per esempio, ha avuto una profonda influenza su movimenti come Kandinskij e l’espressionismo astratto americano, creando un filo invisibile che unisce esperienze artistiche lontane nel tempo e nello spazio. La mostra 2025 – East and West non fa che riportare alla luce questa lunga storia di interscambi, ricordandoci quanto l’arte sia, prima di tutto, un linguaggio universale.
Arte e futuro: due prospettive a confronto
Accanto all’importanza culturale e politica dell’iniziativa, questa esposizione rappresenta un’occasione rara per conoscere da vicino la scena artistica cinese contemporanea, in cui la storia e la tradizione non sono elementi da cui semplicemente allontanarsi ma fattori propulsivi di ricerca e innovazione. Ne emerge una fiducia nel futuro, un ottimismo creativo che contrasta con la sensazione di crisi e di smarrimento che spesso pervade l’arte occidentale, dove la prospettiva sembra talvolta dissolversi. L’arte cinese contemporanea con la sua dialettica tra tradizione, come ricchezza a cui attingere, e proiezione nel futuro, come nuovo orizzonte, cerca un senso al presente. La Cina, con il suo rispetto profondo per il passato e la rivoluzione tecnologica in corso e l’Italia, con la sua vocazione alla classicità e la rottura novecentesca del linguaggio, mostrano due modi complementari di confrontarsi con la memoria culturale. Entrambi, però, ci ricordano che l’arte non conosce confini, ma solo ponti. Chi può, farebbe bene a visitare questa mostra a Roma entro metà settembre: non solo per ammirare le opere esposte, ma per respirare quell’idea di dialogo che, oggi più che mai, rappresenta una necessità vitale.
Domenico Ioppolo
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