Come si gestisce la collezione d’arte di una banca? Rispondo da Banco BPM
- Postato il 22 luglio 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
- 7 Visualizzazioni

Che le banche non si occupino solo di numeri e bilanci oramai è cosa nota. Da tempo, infatti, si possono considerare anche attori culturali, per molte ragioni custodi, certamente promotori, di collezioni d’arte che raccontano la storia dei territori e del Paese. Il caso di Banco BPM si distingue per un impegno costante nella tutela e nella valorizzazione delle proprie opere. Una collezione composta di circa 20 mila beni artistici, di origine e provenienza miscellanea, che necessita di studio continuo, di cura quotidiana e di strategia articolata, capace di tenere assieme passato, presente e futuro in un progetto culturale vivo e contemporaneo. Ne abbiamo parlato con Diana Vaccaro, Responsabile Patrimonio Artistico di Banco BPM, per esplorare da vicino il cuore culturale di una grande istituzione bancaria.

Intervista a Diana Vaccaro
Buongiorno Diana. Negli ultimi anni si parla sempre più spesso del ruolo delle banche nella gestione e valorizzazione del patrimonio artistico. Ma cosa significa davvero essere responsabile del patrimonio artistico di una banca oggi?
Essere responsabile del patrimonio artistico di una banca è un ruolo complesso e al contempo affascinante, soprattutto se si tratta di gestire una collezione ampia ed eterogenea come la nostra, dislocata lungo tutto il territorio nazionale. È come gestire un museo diffuso di grandi dimensioni, bisogna conoscere le sedi, i palazzi storici, le opere che nel tempo sono confluite nella nostra collezione. Ci vogliono tante competenze diverse, da quelle in campo artistico a quelle economico finanziarie, fino alle indispensabili soft skills, fondamentali in ogni campo, ma, forse, ancora di più in un ambito che necessita di competenze così eterogenee. E poi è fondamentale una buona squadra, capace di seguirti e di creare sinergie, e tanta, tantissima passione.
E, in particolare, quali sono i tratti distintivi della collezione d’arte di Banco BPM?
Quella di Banco BPM è una collezione vasta ed eterogenea, frutto delle tradizioni collezionistiche delle banche che via via sono confluite in quello che oggi è uno dei maggiori gruppi bancari italiani. Racconta la storia della nostra banca e dei nostri territori grazie a opere di grandi artisti e importanti nuclei collezionistici, da Francesco Botticini a Pablo Picasso, da Domenico Ghirlandaio ad Arnaldo Pomodoro, da Vanvitelli a Mario Sironi. Ci sono dipinti, sculture, arazzi, tappeti, mobili antichi, biblioteche, documenti storici e molto altro, in un elenco che sarebbe lungo e di certo non esaustivo. La nostra collezione è rappresentativa dell’arte e della cultura, soprattutto italiana, attraverso secoli, scuole, tecniche, sperimentazioni, ricerca. È un mondo da scoprire quotidianamente.
Come è composta la collezione e quali sono i nuclei maggiormente rappresentativi?
Tra i nuclei più significativi ci sono i capolavori della scuola del Rinascimento lombardo dei Piazza da Lodi, la collezione di coralli antichi trapanesi situata a Novara, un nucleo consistente di opere barocche presenti sul territorio nazionale, che contano tra i loro creatori nomi di grande spicco per la pittura italiana come Luca Giordano e Il Guercino, un importante nucleo di pittori fiamminghi, tra cui alcuni cicli di De Weil, e poi i grandi nomi della pittura dell’Ottocento e del Novecento, da Emilio Gola a Felice Casorati. Infine, non si può non citare l’opera simbolo del divisionismo italiano, la Maternità di Gaetano Previati.

Negli ultimi anni la banca ha attivato numerose collaborazioni con istituzioni e musei in tutta Italia. Quale è la filosofia che guida queste scelte?
Confermo che negli ultimi anni le collaborazioni sono aumentate esponenzialmente, perché è cambiato il modo di gestire la collezione: ci siamo “aperti” al pubblico e ai prestiti in una misura che prima non era stata sperimentata. Alla base di questo nuovo modo di gestire le raccolte c’è una maggior consapevolezza del ruolo che il patrimonio artistico di un’istituzione importante come la nostra debba avere rispetto ai propri territori, anche dal punto di vista culturale. Prestare le opere, creare progetti, collaborare, significa aprire a molte più persone l’accesso a opere private che altrimenti non sarebbero visibili al pubblico, significa consentirne lo studio e con questo la diffusione del sapere e della conoscenza. L’ottica è quella di creare sinergie, restituire ai territori, dare valore alle grandi realtà, con le quali collaboriamo sempre con grande soddisfazione, ma anche di porre attenzione ad ambiti medi e piccoli, dislocati fuori dai principali circuiti dell’arte e che, proprio per questo, avrebbero più difficoltà ad accedere ai maggiori prestiti.
Dove è stata esposta finora la collezione?
In questi anni, importanti mostre hanno visto protagoniste alcune delle nostre opere, dalla Pinacoteca di Brera a Milano ai Musei Reali di Torino, da Palazzo Medici Riccardi a Firenze al Mart di Rovereto, dai Musei Civici di Verona a Palazzo delle Paure a Lecco, dal museo Diocesano di Brescia al Castello di Novara, da Palazzo Bianco a Genova alla Fondazione Carit a Terni, dal museo di Desenzano sul Garda al Comune di Pontremoli e a quello di Palazzolo sull’Oglio, e molti altri, impossibile citarli tutti. Il nostro è un impegno costante nella diffusione capillare della cultura, è qualcosa in cui credo personalmente e che è interamente in linea con il nostro ruolo di banca del Territorio.
Quanto è importante oggi rendere accessibile l’arte custodita da enti privati?
A mio avviso rendere accessibile l’arte è un dovere per chi gestisce una collezione importante come la nostra. La condivisione del patrimonio culturale è uno dei motori di crescita, scambio, sinergie di una società moderna. Valeva quando sono stati creati i primi musei pubblici e vale ancora oggi: l’arte è un bene, un valore che va condiviso quotidianamente con chi ha voglia di conoscere, scoprire cose nuove, arricchirsi culturalmente. L’arte ha il pregio di parlare un linguaggio universale, capace di mettere in dialogo attori molto diversi tra loro, di creare sinergie raccontando la storia di una società.
In che modo Banco BPM coinvolge il pubblico?
Le iniziative organizzate direttamente da noi, nelle nostre sedi, che si aggiungono all’attività di prestiti e collaborazioni con le realtà museali, hanno la stessa finalità: mettere a disposizione del pubblico la possibilità di visitare i nostri meravigliosi edifici storici, in cui sempre più spesso organizziamo esposizioni, mostre e incontri di approfondimento, per rendere sempre più fruibile la collezione e avvicinare un pubblico sempre maggiore. Attraverso l’apertura dei nostri palazzi, la realizzazione di incontri e percorsi espositivi, visite guidate gratuite e serate di approfondimento, abbiamo collaborato con associazioni come Museocity a Milano, il FAI in diverse città italiane, Dimore storiche Italiane a Modena, i musei di strada nuova e la Biennale a Genova, senza dimenticare le attività legate ad ABI e al suo festival è Cultura!, che tutti gli anni ci vede protagonisti in tutta Italia con tantissime manifestazioni.

E qual è il riscontro del territorio alla vostra attività?
Il riscontro è indubbiamente molto positivo, si creano sinergie, vicinanza, senso di appartenenza. È un investimento che restituisce tanto in termini di immagine, ma anche e soprattutto umano, di vicinanza alle comunità e alle persone. Questo è un aspetto molto importante, tanto che cerco sempre di essere presente in prima persona alle inaugurazioni, in caso di prestiti e di collaborazioni, perché è così che si creano relazioni, legami e sinergie.
Quali sono le sfide più complesse nella gestione di una collezione così ampia e articolata?
Le sfide sono quotidiane, derivanti prevalentemente dall’eterogeneità e dalla mole delle attività da gestire, che sono davvero tantissime, e dalla dislocazione territoriale delle opere, che si trovano in tante sedi diverse e quindi con una gestione più complessa dal punto di vista logistico. E qui devo ammettere che, sebbene sia tutto sempre perfettibile, il mio team e i colleghi delle altre strutture interne, con cui collaboriamo quotidianamente, sono fantastici nel rendere tutto più semplice, anche quando la fatica si fa sentire.
Ed infine, quali sono, se ce li vuole svelare, alcuni dei progetti futuri a cui state lavorando?
Come sempre abbiamo in cantiere tante attività, oltre ai numerosi prestiti e collaborazioni previsti per i prossimi mesi, anche a seguito del grande consenso ottenuto con le ultime mostre – per citarne una Il Filo di Arianna esposta nella sede della banca in piazza Meda – , che hanno visto un importante affluenza di pubblico, stiamo organizzando un fitto calendario di incontri in tutta Italia a partire dal mese di ottobre. Non da ultimo abbiamo in programma alcune nuove esposizioni, tra cui una di cui vado particolarmente fiera, dedicata al genio creativo di Renè Paresce, in un percorso tra arte e letteratura che darà nuova luce ad un importante artista del Novecento italiano.
Emma De Gaspari
Libri consigliati:
(Grazie all’affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti)
L’articolo "Come si gestisce la collezione d’arte di una banca? Rispondo da Banco BPM " è apparso per la prima volta su Artribune®.