Dal Consiglio europeo alla manovra, sulla casa il nulla cosmico del governo
- Postato il 24 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il Consiglio europeo svoltosi giovedì 23 ottobre per la prima volta, tra i vari argomenti di vasta risonanza, aveva in agenda la questione alloggi e dell’emergenza abitativa.
Nelle sue conclusioni il Consiglio europeo in riferimento alla questione alloggi ha chiesto che: “Alla luce delle sfide in materia di alloggi cui fanno fronte molti cittadini dell’Unione europea, compreso l’accesso ad alloggi a prezzi accessibili, il Consiglio europeo ha discusso delle dimensioni di questa pressante questione. Il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare rapidamente un piano ambizioso e globale per alloggi a prezzi accessibili.”
La Presidente Meloni ha partecipato al Consiglio europeo sulla base di un impegno sulla questione alloggi recato dalla risoluzione di maggioranza votata alla Camera il 22 ottobre 2025 che indicava come linea: a valutare le iniziative della Commissione europea in materia di edilizia abitativa, con l’obiettivo di assicurare sufficienti finanziamenti e una adeguata sostenibilità finanziaria della transizione, sia per i comparti produttivi del Paese che per i nostri cittadini. Come dire l’edilizia abitativa e la precarietà abitativa derubricata a valutare le iniziative della Commissione europea in materia di sostenibilità della transizione per i comparti produttivi. Idee zero su come affrontare la precarietà abitativa.
Un sondaggio di Eurobarometro del giugno 2025 ha evidenziato le principali sfide urbane che affliggono le città europee e le priorità percepite dai cittadini; tenuto conto del fatto che già oggi il 75% della popolazione Ue vive in aree urbane, una percentuale destinata a crescere fino al 78% entro il 2050. Secondo Eurobarometro il problema più avvertito dai cittadini riguarda la mancanza di alloggi a prezzi accessibili, indicato come sfida principale dal 51% degli intervistati. Seguono la disoccupazione o la scarsità di opportunità di lavoro (33%), la qualità insufficiente dei servizi pubblici (32%), la povertà e il fenomeno dei senzatetto (32%). Tutti temi neanche sfiorati come prioritari dal governo italiano.
In Italia la questione abitativa sta emergendo anche a causa di fatti gravi avvenuti: sfrattati che tentano il suicidio o che si suicidano per assenza di interventi di passaggio da casa a casa; interventi violenti di forza pubblica, in presenza di minori e persone disabili, per fare largo a b&b come a Bologna. Dati su sfratti e famiglie in povertà assoluta in affitto in crescita e allarmanti, e ad oggi 328 senza fissa dimora morti nel nostro Paese per esclusione sociale.
In tale contesto il governo prosegue nei suoi annunci su fantomatici Piani casa, discussi solo con lobby economiche e immobiliari.
Poi arriva la legge di bilancio per il 2026 dove il piano casa è desaparecido. Una legge di bilancio per il 2026 che ripropone le, poche, risorse già previste dalla precedente legge di bilancio a partire dal 2027, ma che all’articolo 133 della manovra per il 2026 dispone che le risorse per l’attuazione del Piano sociale per il clima, possono essere utilizzate anche per il contrasto al disagio abitativo e per le iniziative del Piano casa Italia oltre che per la mobilità sostenibile, interventi sulla povertà energetica, per le famiglie vulnerabili. Non si parla di cifre destinate al disagio abitativo e al Piano casa, né a partire da quale anno. Per ora, quindi, solo un annuncio.
Per quanto riguarda i contributi affitto siamo fermi alle briciole di 10 milioni stanziati nella scorsa legge di bilancio per il 2026 e altrettanti nel 2027. Uno stanziamento ridicolo se confrontato al 2022, l’anno prima dell’avvento del governo di destra, quando le risorse destinate al fondo contributo affitto erano pari a 320 milioni di euro. Secondo il governo con 10 milioni di euro, a livello nazionale, si contrastano il caro affitti e gli sfratti.
Sugli affitti brevi si segnala solo l’indecorosa sceneggiata dei ministri Tajani e Salvini che in Consiglio dei ministri prima approvano il testo della legge di bilancio con l’estensione della cedolare secca del 26% anche al primo o solo alloggio destinato a b&b, per poi dichiarare che non l’avrebbero approvata in Parlamento, ma quando stavano in Consiglio dei Ministri che facevano: le parole crociate?
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