“Viva il nuovo ordine mondiale! E noi due, mio V., ne abbiamo il copyright”

  • Postato il 22 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo la prima missiva (molto riservata) di V., arriva la risposta apocrifa del suo incontenibile amico: stavolta è Donald a scrivere — e, come sempre, a parlare più di sé che del destinatario.

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Carissimo V.,

che epoca fantastica per essere al mondo, mio vecchio compare! Hai visto che capolavoro in Medio Oriente? Ho liberato il buon Netanyahu, il mio factotum con licenza d’infastidire, sui soliti rompiscatole: Hamas, Hezbollah, Houthi, Iran, Qatar, Palestinesi, e compagnia cantante. Lui, pover’uomo, s’è beccato tutte le accuse di genocidio, mentre io, con un tempismo degno di Broadway, a lavoro finito ho alzato il braccio e tuonato uno “STOP!” che mi ha fatto incoronare “Grande Pacificatore”. Ora tutti cantano e danzano e — soprattutto — obbediscono. E tutto questo, caro amico, anche grazie al tuo (concordato) basso profilo.

Senza più il freno di una grande potenza rivale o del diritto internazionale, ho ridisegnato la regione come il giardino di casa. Le nostre ‘zone di influenza esclusiva’ sono una genialata, o se preferisci l’uovo di Colombo. Viva il nuovo ordine mondiale! E viva noi due, che ne abbiamo il copyright! Ah, e grazie ancora per le tue recenti dichiarazioni tanto generosamente elogiative — che, permettimi, trovo del tutto appropriate.

Hai ragione, come sempre, quando mi scrivi di quanto ti diverta la cieca fiducia dei media in ogni boccone che serviamo loro. Gente adorabile, i giornalisti: basta condirli con una bugia credibile e te li mangi in un sol boccone. Si sono perfino inghiottiti – come avevi previsto – la fiaba della imminente fornitura di missili Tomahawk agli ucraini. Questi non hanno ancora capito niente! Tanto meglio!

Gli Sherpa preparano il nostro prossimo vertice: io applaudirò la tua “concessione”, Zelens’kyj dirà che non basta, e noi lo accuseremo d’essere l’unico a non voler la pace. Sarà un altro mio capolavoro di regia geopolitica, caro mio! Il Vertice sarà anche l’occasione per aggiornarti su certe faccende interne — come i primi processi politici contro i miei oppositori. A cominciare dall’Ambasciatore Gola Profonda John Bolton. Te lo ricordi? Mio ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale… denunciò la presenza di agenti russi nel mio governo. Adesso, Testa Calda Bolton, John l’Ingrato, riceverà la mia paghetta.

Nella mia America i teatri chiudono, i circhi scompaiono… ma lo spettacolo continua — direttamente dallo Studio Ovale, con me come protagonista assoluto. Prendi la mia geniale idea di zittire quei noiosi conduttori dei Late Night Show. Basta con i monologhi contro di me! Da ora in poi i programmi serali saranno ben più edificanti: tre ore di Io che applaudo … Me Stesso. Sarà lo show più visto del pianeta, V.: mi guarderanno anche su Marte. Un trionfo dell’arte! E un modo per indurre gli estremisti di sinistra nel pubblico a tradirsi.

Quanto alle università, ai giornali e agli studi legali — istituzioni meritorie, ma terribilmente riluttanti — ho introdotto una piccola innovazione: lo stimolatore economico. È sorprendente vedere con quanta rapidità un rettore, un amministratore delegato o un socio anziano diventino collaborativi se minacci di togliergli un contratto pubblico, o la tessera del golf club. In fondo, caro V., non è più politica: è zootecnia applicata.

Seguendo il tuo copione, anche l’occupazione delle istituzioni procede a meraviglia! Ho riempito il mio governo dei più straordinari incapaci del Paese: gente che non distingue un foglietto di istruzioni di un rasoio dalla Costituzione, ma che ha un talento eccezionale per l’obbedienza cieca. Giudici che non sanno scrivere “precedente” ma recitano i miei tweet a memoria, per dire — un’élite di pura eccellenza! La democrazia non è mai apparsa così… devotamente ottusa!

A casa, la First Lady rimane talvolta un po’ perplessa: a cena mi guarda con l’espressione di chi ha appena trovato un rospo nel minestrone. Però resiste. Ogni tanto sussurra: “Donald, è proprio necessario?” Al che io rispondo: “Certo, tesoro, è tutto nel copione!”.

Carissimo, Ti piacerà il mio nuovo gioco: il gerrymandering! Una specie di Monopoli politico. Invece di costruire alberghi, si ridisegnano i collegi elettorali, finché i voti degli altri spariscono in una specie di Triangolo delle Bermuda della democrazia. E le nuove regole su chi (non) può votare? Sublimi! In certi Stati servirà un documento d’identità specifico, più complicato da ottenere dell’ingresso in un club per gentiluomini. Sto anche pensando di chiedere agli elettori di superare un percorso a ostacoli, o recitare l’Amleto al contrario. Tiene la plebe allenata.

In attesa delle elezioni di Mid-term, immetto un po’ d’ordine (pubblico) nelle città dei democratici — qualche parata militare qua e là, per tenere in esercizio i ragazzi. Così, quando mi capiterà di vincere le elezioni, diciamo, con ‘metodi di conteggio innovativi’, saremo già perfettamente pronti a evitare inutili proteste.

E così marciamo avanti, mio caro V., con giudici di cartone, consorti disorientate e cittadini ridotti a comparse nella mia grande farsa nazionale. Lo spettacolo deve continuare, e dopotutto — detto tra gentiluomini -, che male può fare un pizzico di democrazia ben addomesticata?

Tuo, in perpetua auto-adorazione,
Donald

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Il Fatto Quotidiano

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