È il momento di un papa africano! E basta prendersela con i cinesi

  • Postato il 22 aprile 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Uno dei grandi quotidiani italiani, nel consueto mainstream celebrativo sulla morte di Papa Francesco, ieri scriveva “le edizioni dei principali quotidiani cinesi dedicano alla notizia della morte del Papa solo poche righe finite tra le notizie in breve, nascoste tra i tanti titoli nella sezione ‘Esteri’ e non sulle pagine principali”. E cosa avrebbero dovuto fare i cinesi, indire un lutto nazionale?

“I media cinesi ‘nascondono’ la morte di Papa Francesco” era il titolo acchiappa click! Peccato che una volta di più si siano preferiti titoloni (o titolacci fate voi) che non solo non tengono conto della storia e della cultura cinese, ma continuano a vedere il mondo dal buco della serratura, dal solo punto di vista dell’occidente.

Con tutto il profondo rispetto noi non siamo il centro del mondo, neanche se muore il Papa. I cattolici sono 1,3 miliardi circa, mentre Musulmani, Buddisti e Induisti insieme sono circa quasi 4 miliardi.

Non sarebbe stato più utile cogliere l’occasione per raccontare ai lettori un po’ di verità? Tipo: la Chiesa cattolica in Cina è organizzata in modo particolare e complesso, a causa del rapporto difficile tra il Vaticano e lo Stato cinese. Questo ha portato alla coesistenza di due strutture parallele: una ufficiale, riconosciuta dal governo, (fondata nel 1957 dal governo cinese per controllare la Chiesa e staccarla dall’autorità del Papa) ed una “clandestina”, (che non ha riconoscimento legale, ma ha milioni di fedeli) fedele al Papa ma non riconosciuta dallo Stato.

Magari specificando che in lingua cinese quello che noi chiamiamo Papa, si traduce “Jiào Huáng” (教皇) “ che significa “Imperatore della Chiesa”. No, meglio il solito giornalismo di pancia che se la prende con i cinesi, visto che in queste settimane va di moda.

Mentre già da lunedì mattina in molti, tra i giornalisti occidentali, hanno eletto per acclamazione nuovo Papa il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, ecco un elenco dei possibili cardinali africani “papabili” che potrebbero succedere a Papa Francesco.

Pur rimanendo ovviamente nel campo delle pure ipotesi, sono da segnalare alcuni cardinali africani, che se eletti scriverebbero la storia di un mondo che non vede un Papa del continente africano dal 492 d.C., quando sali al soglio pontificio papa Gelasio I. Uno dei pontefici più importanti del primo Medioevo. Definito “natione Afer”, cioè di origine africana, probabilmente dalla provincia romana d’Africa.

Tra i nomi dei cardinali africani spicca quello di Peter Turkson, ghanese, 76 anni.
Arcivescovo di Cape Coast dal 1992, fu nominato cardinale da papa Giovanni Paolo Il nel 2003 diventando il primo cardinale dell’Africa occidentale. È uno dei cardinali africani più noti e con esperienza diretta nella Curia romana. È stato tra i candidati anche nel conclave del 2013 (quello che elesse Papa Francesco).

Fridolin Besungu, 65 anni, invece è un cardinale e arcivescovo della Repubblica Democratica del Congo, dal 1º novembre 2018 arcivescovo di Kinshasa. Vicino a Papa Francesco, è considerato un forte sostenitore dell’impegno sociale della Chiesa.
Dieudonné Nzapalainga, 58 anni, infine è cardinale e arcivescovo di Bangui, Repubblica Centrafricana. È tra i più giovani, dinamico, con un profilo di leader spirituale molto forte.

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Il Fatto Quotidiano

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