Ho cercato quante stragi nazifasciste ci sono state dalle mie parti: mi basta per dare un senso al 25 aprile

  • Postato il 25 aprile 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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di Leonardo Botta

Il bilancio lo tracciava Antonio Scurati, ospite da Fabio Fazio: oltre cinquemilaseicento episodi di violenza nazifascista in Italia tra il 1943 e il 1945; più di ventitremila morti accertati, tra cui dodicimila civili, migliaia di bambini.

L’Istituto Parri e l’Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia grazie al lavoro di instancabili storici e ricercatori conservano il conto, a presente e futura memoria, di quegli orrori. Non solo le Fosse Ardeatine, Marzabotto e il Monte Sole, Sant’Anna di Stazzema: chiunque viva nella nostra penisola ha nei paraggi un luogo dove l’infamia nazifascista ha consumato la propria ignobile crudeltà ammazzando e seviziando povere vittime innocenti.

Ho cercato quelli dalle mie parti, a cavallo tra l’Agro Nocerino Sarnese e le Valli dell’Irno e del Sabato:

Altopiano di Prata tra Bracigliano e Sarno, 27/9/1943;
Siano, via Roma, 23/9/’43;
Sarno, Corso Amendola, settembre ’43; Corso Umberto I, 21/09/’43;
Roccapiemonte, ospedale, 25/9/’43;
Nocera Inferiore, 02/10/’43;
Fisciano, Lancusi, 11/09/’43;
Solofra, settembre ’43;
Serino, San Biagio, 17/9/’43.

Basterebbe questo a dare un senso alla giornata del 25 aprile, al ricordo della Resistenza e della lotta partigiana nell’ottantesimo anniversario del proclama d’insurrezione lanciato da Pertini e dal Comitato di Liberazione Nazionale.

Basterebbe questo, senza annoverare tutto il resto che la storia c’ha insegnato e su cui qualcuno (più di uno, purtroppo) cerca vergognosamente di passare ogni giorno il cancellino: le tragedie della Seconda Guerra Mondiale, i ghetti e i campi di concentramento, le leggi razziali, sei milioni di ebrei passati (come cantava Guccini) per il camino, mezzo milione di italiani caduti sui fronti di assurde e suicide battaglie scatenate dalla vanagloria di Mussolini (quello che voleva “spezzare le reni alla Grecia”) e Hitler, due milioni di vani distrutti dai bombardamenti nel nostro paese, la soppressione delle libertà individuali, le persecuzioni delle minoranze e degli intellettuali oppositori del fascismo (Matteotti, Pertini, Gramsci, i fratelli Rosselli, Amendola, De Gasperi, Frassati, Dossetti, Spinelli, Rossi e Colorni, don Sturzo e don Minzoni, ma l’elenco è lungo).

Cari nostalgici e revisionisti della prima e dell’ultima ora, continuate pure a raccontarci le vostre frottole: il fascismo dittatura mite, il Duce onesto paladino del popolo e autore di “cose buone”, gli otto milioni di ettari di paludi bonificate dal fascismo (in realtà la cifra era ben più modesta, circa mezzo milione), la previdenza sociale introdotta dal regime (previdenza che invece nacque con il governo liberale Crispi, quasi trent’anni prima della marcia su Roma), che si stava meglio quando c’era LVI e i treni partivano in orario.

Le balle, anche se a raccontarle sono dieci, cento, migliaia o milioni di fessi, sempre balle restano.
Liberazione d’Italia, 25 aprile 1945/2025

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