Ho parlato con il re delle capsule masturbatorie maschili. Un genio!
- Postato il 5 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Oggi vi parlo di masturbazione maschile. “E tu che ne sai?” potrebbe sentenziare qualcuno.
Si è appena conclusa EroSpain, la fiera dell’industria erotica che si svolge da tre anni a Barcellona, scissa da quella di Hannover che poi sarà ad Amsterdam. Tanto per essere chiari. Forse. Ed è proprio a Barcellona che ho conosciuto con grande emozione l’ingegnere Koichi Matsumoto, fondatore e presidente di “Tenga”, l’azienda giapponese nata nel 2005 che ha sdoganato l’autoerotismo maschile con le sue celebri, colorate e artistiche onacups (capsule per l’onanismo, nda).
I numeri parlano: il brand ha fatturato nel 2023 più di 10 billioni (sì, con la B) di yen e venduto 150 milioni di unità nel mondo.
Facciamo un passo a ritroso perché un po’ di italianità la trovo nel suo percorso di formazione. Matsumoto infatti inizia la sua attività lavorativa come meccanico riparando auto, tra le quali Ferrari e Lamborghini. Il desiderio professionale però è quello di creare qualcosa che non esista, non propriamente del settore automobilistico. Visita, meditabondo e al contempo in cerca di ispirazione, diverse tipologie di stores con prodotti differenti e di design.
Un giorno, entrando in un sex shop, si rende conto che gli articoli per la masturbazione maschile hanno un packaging osceno, con giovani ragazze che pubblicizzano la replica della loro vulva. E’ un messaggio sbagliato, mortificante e offensivo visto che la sessualità deve essere rispettosa, vissuta senza sensi di colpa, con gioia e benessere.
Nasce così, nel 2005, l’idea di un prodotto masturbatorio pensato per l’uomo. Igienico, funzionale, ergonomico, colorato. Sembra un roll on in cui alla base infili il pene, a prescindere dalle dimensioni. All’interno un’ avvolgente sensazione tramite particolari texture in morbidi elastomeri che conducono all’orgasmo. Bustina di lubrificante inclusa e necessaria, eh.
Inizialmente monouso, Tenga ha in seguito sviluppato anche modelli riutilizzabili ed eco-friendly. Evviva!
Quando l’ingegnere Matsumoto mi parla, in tono pacato e riflessivo, fa trapelare la passione verso “Tenga”, la sua creatura che è un mix di arte, minimalismo, desiderio di rendere le persone felici. Ci sono voluti anni di studi, sondaggi e messe a punto. La mia sensazione è quella di stare davanti a un grande innovatore come Mister Biro o a Mister Jacuzzi. Un genio indiscusso venuto dal Giappone che ha rivoluzionato il piacere maschile. Mi racconta che sua madre, donna che lo ha sempre supportato, gli ripeteva: “Qualsiasi cosa tu decida di fare cerca di essere gentile, entusiasta, grato e onesto con tutti. E se fai un errore, chiedi scusa”. Grazie mamma Matsumoto, lei è già una mia icona.
Gentilmente si addentra su quello che sono i numeri dell’azienda; rimango a bocca aperta come Gatto Silvestro e la mascella che cade. Solo il primo anno sono state vendute un milione di onacups e oggi, in Giappone, quasi il 90% degli uomini dai venti ai trent’anni conosce il brand che è presente in più di 23.500 location.
Interessante sapere che, da quando è nata l’azienda, il range di età si sia esteso anche ai quarantenni. Domani chiederò ai miei coetanei sessantenni cosa ne pensano della masturbazione giocosa, sperimentale, che allarga la sfera delle sensazioni poi vi dirò. Mica si può stare sempre a guardare i cantieri bolognesi in modalità umarelles.
Sogno, quando Matsumoto mi mostra le immagini del negozio Tenga Land: un moderno multi-store a Ginza, il quartiere di Tokyo super chic e al contempo piuttosto conservatore. In questo spazio accogliente entrano senza imbarazzo uomini, donne e coppie che hanno compiuto 18 anni. Chi desidera acquistare senza il supporto del personale, può tranquillamente scegliere il proprio toy nelle vending machine. Un po’ come quando, qui in Italia, aspettiamo il treno e abbiamo voglia di acqua e noccioline.
Sogno ancora pensando a uno shop del genere in un aeroporto italiano. E subito chiedo se in Giappone esista. Certo che sì, mi confermano.
Continuo a sognare dicendo che presumo che questi prodotti siano presenti nei Love Hotel del Sol Levante. Vuoi mai che la risposta sia negativa? Matsumoto annuisce e mostra un bellissimo ed elegante cock ring che sembra più che altro un apribottiglie minimal del futuro.
A questo imprenditore educatissimo, modesto ed amante dell’arte, confesso che proprio vent’anni fa fui la prima a parlare delle sue onacups in Italia. Poco umile io, che mi stimo davanti ai suoi occhi come un pavone. Ho persino l’iconico modello, tutt’ora venduto come must have sul sito di Tenga, con i disegni di Keith Haring e che conservo gelosamente come un violino di Paganini. Oggi c’è anche l’“Arte weave” ( sì, scritto proprio così) che con la sua texture morbida ricorda un drappeggio giallo limone e promette sensazioni sublimi. Esteticamente mi ricorda le pennellate degli espressionisti e mi piace assai.
Devo andare. Saluto con emozione, riverenza e un tocco di ironia. “Grazie della chiacchierata, mister Matsumoto. Se deciderà di aprire un store in Italia, le consiglio una location accanto al Vaticano”. Ridiamo. D’altronde è il minimo con l’uomo ha inventato ingegnosi e straordinari oggetti del piacere che diffondono felicità.
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