In Puglia sta partendo un festival culturale dove si parla di tessitura tra riti e memoria collettiva

Rimanda a un’antica tecnica usata per la pesca il termine caloma, e consisteva in una piccola zattera spinta dal vento tenuta da “un filo che lega l’entroterra al mare”. Un filo teso che, oggi, unisce la comunità al territorio con il Festival Caloma che, per il suo secondo anno, animerà Casamasella – Borgo delle Tessitrici dal 25 al 27 luglio 2025. 
La direzione artistica della rassegna porta la firma di Maria Francesca Guida e Katia Manca, e il programma si articolerà in momenti musicali, performativi, incontri, letture e spettacoli e interventi itineranti artistici per il borgo e il bosco della Fondazione Costantine. Lavori che si fanno portavoce di un periodo di residenza nel borgo da parte degli artisti Giuseppe De Mattia, Raffaele Fiorella, Alice Padovani, Claudia Losi, Alessia Rollo, Juan Sandoval, Claudia Pajewski, Sead Kazanxhiu; riuniti nella sezione del festival intitolata “Scuciture”. 

Il borgo Casamasella – Borgo delle Tessitrici: una storia di donne 

Il progetto Casamassella – Borgo delle Tessitrici parte dalla storia delle donne, le tessitrici, e l’arte diventa la lente d’ingrandimento per indagare i riti, i gesti, la trasformazione della vita rurale e del bosco.
Il lavoro di ogni artista è frutto di un percorso che nasce dall’incontro con la memoria, i rituali, le storie, gli immaginari, i sogni di Casamassella”, spiega la direttrice artistica Francesca Guida ad Artribune. “Le opere confluiscono in maniera organica e permanente nel bosco delle Costantine, nell’ecomuseo e nell’archivio digitale per lasciare una traccia di queste relazioni generative che ognuno ha sviluppato e che si continuano ad alimentare nel tempo. Un progetto che ha un ciclo di vita che si sviluppa nel tempo e che crea percorsi di ricerca e di narrazione che non si esauriscono con il festival”.

Alice Padovani
Alice Padovani

Gli interventi artistici di Festival Caloma 2025 a Casamasella 

Tra gli interventi spicca Giorni Felici di Giuseppe De Mattia, un’opera che si compone di un’unica grande tovaglia nata dall’assemblaggio di corredi dismessi, acquistati nei mercatini locali e ricomposti con il supporto delle tessitrici della Fondazione Le Costantine. Prende forma così un convivio di storie private, cucite in un unico tessuto corale, attivato in occasione del festival da una tavolata reale e dalla voce della maestra tessitrice Lena Paiano, incisa su vinile come una traccia di memoria. Nel bosco delle Costantine, invece, si incontrano le figure silenziose di Numine, installazione in terracotta di Raffaele Fiorella: sculture femminili che sembrano sorgere dal terreno. Non solo, l’artista presenta anche Campionario, un video nato dall’Archivio Storico, proiettato sulla facciata della Casa di Ora. Claudia Losi, con Tutti i punti che siamo, propone una performance e una serie di disegni e tessiture ispirati all’arte come trasmissione di forme, memoria e visioni. Il suo progetto nasce da Le Costantine, ma è destinato a migrare verso altre realtà legate al tessile, dando vita a una rete interregionale e intergenerazionale. Alice Padovani, compone con Cantico dell’assenza, dove ogni elemento, tessuto o corpo d’insetto, è ricucito nel paesaggio come un frammento. Con Nel dubbio della sera, Claudia Pajewski trasforma la fotografia in esperienza rituale, allestendo un percorso immersivo nel bosco.

Giuseppe De Mattia
Giuseppe De Mattia

I corredi antichi come frammenti di memoria da valorizzare 

Ho comprato la memoria altrui per ricostruire la mia”, spiega ad Artribune l’artista Giuseppe De Mattia. “Il pensiero che qualcuno, morendo, lasci oggetti preziosi come i propri corredi in pasto all’oblio, alla frammentazione e alle regole di un tempo distratto, mi toglie il respiro! Come quando si lavora con un archivio che raccoglie fonti anonime, il coinvolgimento di chi conosce le tecniche è fondamentale. In questo caso ho coinvolto le tessitrici non solo per la loro manualità, ma per la capacità di riconoscere le lavorazioni altrui e valorizzarle anche semplicemente parlandone, restituendo quel valore che il mercato e il tempo, come spesso accade, hanno sottratto”.

Fiorella Campionario ph Gabriele Albergo
Fiorella Campionario ph Gabriele Albergo

Le geografie tessili a Casamasella in Puglia 

L’universo visivo di Grazia Cariddi, novantenne autodidatta che da decenni racconta la vita del borgo con disegni visionari, diventa materia di rielaborazione per Alessia Rollo. Le sue fotografie, in La vita è fatta di grandi cose e piccole realtà, sono un’ode capace di moltiplicare le realtà e suggerire nuove mitologie del possibile. Nel Limmu biografico, Juan Sandoval modella una scultura in ceramica come dispositivo narrativo, offrendosi come resistenza artistica e restituzione affettiva al territorio. Infine, Sead Kazanxhiu, artista rom albanese, presenta Uncovered Layers, un mosaico scolpito nella pietra leccese che intreccia le stratificazioni storiche e culturali del Salento con la propria identità liminale.

Valentina Muzi 

L’articolo "In Puglia sta partendo un festival culturale dove si parla di tessitura tra riti e memoria collettiva" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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