Incendi in Spagna – I piromani, il vento, il clima che cambia. Indagini sulla mancanza di piani di prevenzione

  • Postato il 21 agosto 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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I devastanti incendi in Spagna – per cui sono stati arrestati 37 presunti piromani mentre gli indagati sono oltre 110 – potevano essere vitati o almeno arginati con prevenzione e piani adeguati? La Procura spagnola specializzata in Ambiente sta indagando sulla correlazione tra i roghi che tormentano il paese dai primi di agosto il Paese e la ipotizzata mancanza di piani di prevenzione nei comuni e nelle regioni colpiti dalle fiamme come danni enormi ancora non quantificati e perdite di vite umane. L’inchiesta, diretta dal procuratore Antonio Vercher, punta ad accertare se le amministrazioni centrale, regionali e locali – come scrive El Pais – abbiano rispettato l’obbligo di dotarsi di tali programmi, come previsto dalla Legge sui boschi del 2003. Nonostante il calo delle temperature, forti raffiche di vento hanno reso più difficile le operazioni di spegnimento. I roghi hanno provocato quattro morti e numerosi feriti, dei quali tre guardie forestali e un vigile del fuoco in gravi condizioni.

I piani annuali – L’ipotesi di omissione riguarda anche le Comunità autonome, obbligate da tre anni a redigere piani annuali specifici, oltre al governo centrale, che non ha ancora approvato i criteri comuni per la loro elaborazione. La Procura vuole capire se l’assenza di prevenzione è una delle cause principali dell’emergenza incendi, che ha bruciato finora 389.000 ettari di vegetazione, secondo le stime del sistema europeo Copernicus, una cifra record negli ultimi trent’anni in Spagna.

Le indagini locali – Il procuratore Vercher ha inviato un’informativa ai magistrati provinciali suggerendo la possibilità di richiedere le responsabilità penali per chi, pur avendone l’obbligo, non ha redatto o applicato i piani di prevenzione. La normativa prevede che le aree ad alto rischio incendio debbano essere dotate di questi strumenti, indispensabili per minimizzare gli affetti dei roghi. L’organizzazione ambientalista Greenpeace ha denunciato ripetutamente l’omissione in diverse località colpite dai roghi e già in passato la giustizia ha denunciato le amministrazioni locali in seguito a incendi.

I piromani – Agenti della polizia nazionale e della guardia Civil hanno arrestato in totale 37 presunti piromani fermati dallo scorso 1 giugno.
Secondo il bilancio aggiornato oggi dal ministero dell’Interno, altre 113 persone sono indagate per presunta implicazione nei roghi. Fra gli ultimi finiti in manette, un uomo di 47 anni accusato di aver provocato l’incendio boschivo a Viladevos, nella provincia di Ourense in Castiglia e Leon, che ha bruciato 578 ettari di vegetazione e colpito sette località, in una delle quali le autorità di Protezione civile hanno ordinato ai residenti di rinchiudersi in casa per proteggersi dal fumo e dai gas nocivi. Per l’uomo, con precedenti penali per danni provocati da un rogo, il magistrato di turno del tribunale locale ha convalidato il fermo e disposto il carcere preventivo senza cauzione. A Santiago di Compostela, in Galizia, è stato invece arrestato un adolescente di 17 anni accusato di aver appiccato sette incendi forestali in appena dieci giorni nel capoluogo galiziano. Per il giovane piromane la Procura dei minori di La Coruna ha disposto il trasferimento in un centro di detenzione per minorenni. Nella regione del nordest iberico, fra le più sferzate dalle fiamme, è stato arrestato anche un piromane accusato di provocare un pauroso incendio ad Oimbra. Anche in questo caso, il tribunale ha disposto la detenzione preventiva in carcere senza cauzione.

Gli aiuti – Un primo programma di aiuti per oltre 114 milioni destinati a famiglie, imprese, agricoltori, allevatori e comuni colpiti dai roghi, è stato approvato dalla Giunta di Castiglia e Leon. Le 45 misure presentate nei giorni scorsi dal governatore Alfonso Fernandez Manueco (Partito Popolare) prevedono un bonus da 500 euro per nucleo familiare per i residenti sfollati a causa delle fiamme. Un contributo che può arrivare fino a 185.000 euro in caso sia andata distrutta la casa. Mentre agricoltori e allevatori riceveranno aiuti diretti per le perdite della produzione, del bestiame e delle arnie per la produzione del miele andate distrutte.

Allo stesso modo il piano destinerà aiuti ai lavoratori autonomi e alle imprese danneggiati dagli incendi con la concessione di 5.500 euro “immediata e non rimborsabile” per compensare il lucro cessante provocato dai roghi sulle attività. Fernandez Manueco ha annunciato di aver inviato al governo centrale la richiesta di dichiarazione della regione di ‘zona catastrofica”, che il Consiglio dei ministri approverà martedì prossimo, come ha anticipato il premier Pedro Sanchez durante la recente visita alle zone colpite dai roghi, La Giunta di Castiglia e Leon ha approvato anche un piano specifico per l’area dell’antica miniera d’oro di Las Medulas, risalente all’Impero Romano, importante enclave paesaggistica della regione e patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, danneggiata dalle fiamme.

Il clima che cambia – Nel ricordare che l’ondata anomala di caldo torrido, che negli ultimi 16 giorni si è abbattuta sulla Spagna, “è la più prolungata della serie storica di rilevamenti” dell’Agenzia statale di meteorologia Aemet, cominciata nel 1975, il premier spagnolo Pedro Sanchez ha insistito sulla sua proposta di “un patto di Stato contro l’emergenza climatica”. “Ce lo dice l’evidenza, la scienza, ce lo dicono gli agricoltori, gli allevatori e il senso comune che il clima sta cambiando, con un impatto sempre maggiore. E, pertanto, vale solo una risposta: la lealtà e la corresponsabilità istituzionale”, per fare delle politiche climatiche una politica di Stato.

Foto Copernicus Sentinel-3

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