L’alluvione in Texas che ha travolto un campeggio ricorda da vicino i fatti di Soverato
- Postato il 29 luglio 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Quanto accaduto in Texas nel giorno dell’Indipendenza, il disastro alluvionale del Rio Guadalupe, ricorda da vicino la tragedia di Soverato. Non soltanto per la dinamica lampo dell’evento e le 27 giovani vittime del campeggio di Camp Mystic in riva al torrente. Le reazioni immediate degli uomini politici texani hanno avuto quasi esclusivamente un taglio religioso, come accadde a Soverato nel 2000.
“La nostra preghiera si rivolge alle famiglie di coloro che hanno perso la vita e di coloro che sono ancora dispersi nella tragica inondazione di oggi”, dichiara un senatore repubblicano. Gli fa eco un deputato dello stesso partito: “Ho il cuore a pezzi. Vi prego di unirvi a me nella preghiera per le famiglie che hanno perso i loro cari e per il rapido salvataggio di coloro che sono scomparsi”. Sulla stessa linea d’onda, un deputato democratico scrive in un post: “Le mie preghiere sono con i nostri compagni texani colpiti dalle inondazioni devastanti in tutto la fascia collinare”. E compare sul social X una raccomandazione da parte di un altro deputato, questa volta repubblicano: “Mentre le alluvioni continuano, restate tutti al sicuro. Stiamo pregando per tutte le persone colpite. E, per favore, continuate a pregare per i dispersi”.
Questo fervore mistico nella nazione più laica della Terra ricorda il Diluvio universale di Gaetano Donizetti. L’opera si conclude con il coro dei satrapi:
Quanto Noè predisse
tutto compir si mira!
Il vero, il vero disse;
il mai creduto Dio vendetta spira!!!
Ci possiamo quindi attendere che la vendetta divina venga invocata sempre più spesso dal potere per comprendere la tremenda sequenza di disastri alluvionali che, negli Stati Uniti e non solo, hanno segnato l’inizio di questa estate bollente.
A Soverato non c’era nessuna Arca pronta a salvare la gente (Rosso, R., Bombe d’acqua: alluvioni d’Italia dall’unità dal terzo millennio, Venezia: Marsilio 2017). Non c’era nessun piano dettagliato di emergenza, né un sistema di preannuncio. La conclusione che mi confidò un collega e amico scomparso da poco, Lino Versace, fu amara: “Sarebbe bastato un minimo di cautela per ridurre le vittime: prendendo per buono il fatto del 15 settembre è evidente che la regola valeva in assenza di piogge significative, bastava sgomberare il camping nella giornata del giorno 8 o la mattina del 9. Bastava un sistema di preannuncio rudimentale che segnalasse almeno l’inizio dell’esondazione. Bastava un piano di emergenza semplice con percorsi di fuga ben definiti. Bastava che ci fosse un’illuminazione di emergenza. Bastava che non ci fossero invalidi in un campeggio in un’area a rischio nei giorni finali del periodo ‘sicuro’”.
Neppure nella Contea di Guadalupe c’era un’Arca pronta a salvare almeno qualcuna delle centotrenta se non più vittime. Eppure il rischio non era ignoto né ignorato. Sul sito ufficiale della Contea, vengono chiaramente delineati i diversi livelli del rischio idraulico, corredati da una documentazione esauriente e dettagliata. E sono indicate anche alcune avvertenze su come comportarsi in caso di inondazione. E la pericolosità idraulica del Guadalupe veniva ampiamente illustrata in un bel video del 2017 pubblicato su YouTube, con quasi 50mila visioni, intitolato “Siate consapevoli delle inondazioni”.
Il Texas è lo stato americano con il maggior numero di vittime da alluvione.
La maggior parte di costoro vivevano nella zona collinare.
Il vescovo di Catanzaro, durante i funerali di Soverato, affermò con coraggio che “Non possiamo prendercela con la fatalità: è un’offesa a Dio che ci ha dato la libertà per costruire e non per distruggere”. Lo fece di fronte a sindaci, assessori e funzionari che apparvero smarriti di fronte a lui. Confido che qualche vescovo texano abbia il coraggio di spiegare ai politici locali che pregare fa certamente bene, ma “prevedere e provvedere” è anche meglio.
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