L’Italia aumenti i suoi contributi a Gavi: investire nella salute globale è una responsabilità
- Postato il 29 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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di Andrea Borraccetti, Giada Pelleriti e Carlotta Riti
Il mese di aprile è particolarmente significativo per la salute globale, con una serie di appuntamenti che offrono l’occasione per fermarsi a riflettere: dal Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità, alla Settimana Mondiale dell’Immunizzazione, fino alla Giornata Mondiale della Malaria del 25 aprile. È un periodo ricco di momenti di confronto in tutto il mondo, che rendono ancora più urgente un dibattito serio sul valore della salute come bene universale e sulla necessità di investire con determinazione in sistemi sanitari solidi, equi e accessibili per tutti.
La salute globale si trova oggi ad affrontare sfide senza precedenti, in quanto alcuni dei maggiori donatori internazionali stanno riducendo i finanziamenti per i paesi più vulnerabili. Secondo un’analisi di ONE, l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo per la salute nel 2023, escludendo i finanziamenti per il Covid-19, è rimasto al di sotto dei livelli pre-pandemia in molti dei maggiori paesi donatori, tra cui Stati Uniti e Italia. All’inizio del 2025, la decisione dell’amministrazione Trump di mettere in pausa i fondi USAID sta avendo molte ripercussioni nel settore degli aiuti umanitari a livello mondiale. Secondo alcuni modelli, senza il suo contributo annuo, circa 25 milioni di persone potrebbero morire nei prossimi 15 anni, a causa dell’impatto che tali tagli avrebbero su programmi per la tubercolosi, l’Hiv e la salute materna e infantile. Tuttavia, finanziamenti stabili sono essenziali per rafforzare i servizi sanitari di base, come le vaccinazioni e i programmi di lotta contro malattie prevenibili.
L’importanza delle vaccinazioni è innegabile: secondo uno studio pubblicato da The Lancet, dal 1974 sono state salvate 150 milioni riducendo la mortalità infantile del 40%. Organizzazioni come Gavi e il Fondo Globale sono fondamentali per garantire investimenti sanitari costanti e a lungo termine. Dagli inizi del ventunesimo secolo, Gavi ha contribuito a vaccinare oltre 1,1 miliardi di bambini in paesi a basso reddito, mentre il Fondo Globale ha ridotto del 61% il tasso di mortalità complessivo per Aids, tubercolosi e malaria.
Insieme, i due fondi affrontano le sfide sanitarie globali con un approccio sinergico, migliorando la salute a lungo termine nei paesi a basso reddito. Grazie a tali programmi, la mortalità infantile si è ridotta drasticamente e molte malattie infettive sono state contenute. Proteggere i più vulnerabili – tra cui i bambini di oggi che saranno adulti di domani – significa costruire una società più forte, equa e resiliente.
Questo è particolarmente cruciale per l’Africa, dove entro il 2050, la popolazione crescerà di quasi 1 miliardo e sarà la popolazione più grande e più giovane del mondo, con il 49,4% che avrà meno di 25 anni. Eppure, in Africa si registra più della metà delle morti mondiali da malattie trasmissibili e circa il 30% della sua popolazione non ha accesso ai servizi sanitari di base. Ma, ha anche registrato i maggiori progressi su molti indicatori di sviluppo e, in questo contesto, il Piano Mattei, sebbene le difficoltà attuative, propone investimenti importanti nel rafforzamento delle strutture sanitarie nel continente africano.
Prevenire significa evitare nuove pandemie e garantire la stabilità di interi ecosistemi sociali ed economici e gli investimenti rappresentano uno strumento fondamentale per rafforzare i sistemi sanitari locali, soprattutto laddove le risorse disponibili sono limitate.
L’Italia ha l’occasione di presentarsi come leader nella cooperazione sanitaria internazionale, attraverso partenariati solidi e duraturi e il potenziamento delle strutture sanitarie africane.
In questo contesto, l’imminente summit per il rifinanziamento di Gavi rappresenta un passaggio decisivo per cui noi attivisti e attiviste di ONE chiediamo all’Italia di aumentare il proprio contributo del 20% per garantire che altri 500 milioni di bambini siano immunizzati contro malattie mortali entro il 2030. L’Italia è chiamata a fare la sua parte, aumentando il proprio contributo finanziario e confermando questo impegno anche in vista del rifinanziamento del Global Fund previsto per la fine dell’anno.
Ogni vita conta. Investire nella produzione di vaccini e nel rafforzamento dei sistemi sanitari africani non è un’opzione: è una responsabilità. Non restare a guardare. Sostieni chi costruisce salute, dignità e futuro. Il momento di agire è adesso.
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