Maria Corina Machado: un Nobel per la pace paradossale
- Postato il 14 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Sono assolutamente convinto del fatto che sia opportuno essere contenti dell’accordo raggiunto tra Israele e Hamas che sta consentendo all’eroico e sfortunato popolo palestinese di vivere una tregua al genocidio, che – bisogna augurarsi – sarà più lunga e completa possibile. Al tempo stesso è necessario non illudersi e continuare e anzi intensificare la mobilitazione contro il genocidio stesso, i suoi autori e complici, che vanno necessariamente neutralizzati e puniti. Trump, che è psicopatico ma non scemo (in questo differente dagli psicopatici scemi che affollano le cosiddette classi dirigenti europee) ha evidentemente capito che il massacro del popolo palestinese si stava rivelando troppo costoso per l’Occidente e la sua purulenta appendice israeliana e ha convinto Netanyahu ad assumere un atteggiamento apparentemente più malleabile.
Ma i nodi di fondo restano insoluti e non si può certo mettere la mano sul fuoco sul fatto che la tregua reggerà. I precedenti, sia di Trump che di Netanyahu, non sono certo incoraggianti. Tre temi appaiono decisivi: a) la consegna delle armi da parte dei gruppi palestinesi, che hanno condotto una strenua resistenza, prevista, regolata e legittimata dal diritto internazionale, all’occupante, che non può certo avvenire senza garanzie solide e di lunga durata; b) il mancato rilascio di figure chiave per il futuro dell’area come Marwan Bargouthi, Ahmed Sadaat, i dottori Hussam Abu Safia e Marwan al-Hams e altri; c) soprattutto il diritto dei palestinesi, in tutti i territori occupati, a decidere il loro destino scegliendo liberamente un governo di propria fiducia.
Su tutti questi temi non esiste un’accettabile visione strategica da parte di Trump che come di consueto si limita a spettacolarizzare il nulla, e non sarà certo la presenza della sua sottopancia Giorgia Meloni che, al pari di almeno due suoi ministri (Tajani e Crosetto) e al direttore generale di Leonardo SpA Cingolani è chiaramente compromessa nel genocidio, a contribuire al raggiungimento di una pace effettiva, solida e duratura e a salvare l’immagine internazionale dell’Italia, che è affidata ai milioni di manifestanti che continuano a percorrerne le strade suscitando la gratitudine dei Palestinesi (di cui Tajani tenta grottescamente di appropriarsi) e l’ammirazione del mondo intero.
La questione palestinese si inserisce del resto in una situazione internazionale che, a causa dei sussulti incontrollati dell’Occidente in sempre più plateale crisi di egemonia, mantiene e accentua una pericolosità senza precedenti. Si sta infatti delineando un nuovo scenario di guerra estremamente inquietante che è quello caraibico, dove gli Stati Uniti hanno schierato, con la risibile scusa della lotta al narcotraffico, una flotta da guerra che comprende sottomarini nucleari e fregate lanciamissili, col chiaro intento di aggredire e invadere la Repubblica Bolivariana del Venezuela. Uno Stato, quest’ultimo, vittima da oltre vent’anni dei complotti dei potentati pubblici e privati occidentali, che vorrebbero appropriarsi delle sue ricchissime risorse, petrolio e non solo. Si tratta di uno Stato dove si realizza un’intensa e costante partecipazione popolare, che si sta riprendendo dalla guerra civile strisciante fomentata dalla Cia, come ho potuto constatare nelle sei occasioni in cui ho visitato il Paese nell’ultimo anno.
Una delle principali protagoniste di tale aggressione è certamente la signora Maria Corina Machado che ha costantemente istigato alla guerra civile, al terrorismo e all’intervento straniero e che oggi, malamente travestita da Gandhi, riceve un paradossale Premio Nobel per la Pace che in realtà costituisce un chiaro favoreggiamento della guerra che purtroppo si prepara. Un minuto di silenzio per la Fondazione Nobel, istituzione un tempo prestigiosa e oggi trascinata nel vortice senza fondo della crisi terminale dell’Occidente. È davvero repellente il fatto che un’onorificenza di questo tipo sia stata concessa a un personaggio del genere, che reputo moralmente responsabile delle morti successive alla vittoria di Maduro alle elezioni presidenziali del luglio 2024, nel corso di un disperato tentativo di assalto alla democrazia direttamente ispirato e organizzato proprio dalla signora Machado).
Personaggio fortemente legato al boia genocida Netanyahu, cui chiese di promuovere lo smantellamento con la forza del governo di Maduro, come reso noto dal presidente colombiano Gustavo Petro. È quindi assolutamente inaccettabile il fatto che Saviano e altri abbiano stoltamente esultato per questo tragicomico conferimento. Ennesima conferma della cieca subalternità agli Stati Uniti che costituisce oggi il principale puntello a Meloni e l’ostacolo all’alternativa al pessimo governo delle destre.
Noi che conosciamo il Venezuela e il suo popolo, oggi più organizzato e militante che mai, siamo profondamente fiduciosi nel fatto che ogni aggressione sarà sconfitta e speriamo che l’ondivago Trump, per quanto istigato dal consigliere fraudolento Marco Rubio, non scateni questa nuova guerra sciagurata destinata ancora una volta a portare nuovi lutti e distruzioni a esclusivo profitto di Exxon Mobil & Co.
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