Mi colpisce come la fondazione ‘Le stelle di Marisa’ aiuti gli orfani di femminicidio

  • Postato il 12 ottobre 2025
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12 giugno 2016. Era un giorno qualunque, una domenica come tante. Fino alle 8:56. Marco, all’epoca 10 anni, era uscito con sua madre per andare in palestra dove, poche ore dopo, ci sarebbe stata la cerimonia del passaggio di cintura del suo corso di karate. Io ero a casa con Giovanni, che da pochi giorni aveva compiuto 6 anni. Facevamo colazione, gli leggevo un libro; Red e Toby, che in quel momento era di gran lunga il suo preferito e che ci faceva compagnia tutte le mattine. Insomma, una normale, normalissima domenica di inizio giugno. Poi, all’improvviso, l’esplosione.

La scala C del nostro palazzo, quella dove hanno casa i genitori di mia moglie e dove, solo due notti prima, avevano dormito i miei figli era esplosa. Inutile dirvi quali fossero i sentimenti di quel momento; in un secondo le finestre di casa nostra esplosero, le barre di ferro contenute nei cassonetti delle tapparelle volarono via con una violenza tale da farle piantare nel lavello della cucina. Giovanni si mise le mani sopra le orecchie come fanno i bambini quando sentono un rumore forte ed improvviso. Troppo forte. Troppo improvviso.
Andammo via da casa di corsa e con quello che avevamo addosso, stavamo bene e questo era l’importante.

Dopo le veloci e precise indagini della polizia si seppe che quell’esplosione non era frutto di una disgraziata casualità, ma volontà precisa di una persona. Un nostro vicino che abitava in quella scala C aveva saturato di gas l’intero palazzo per farlo esplodere. Il giorno successivo la compagna se ne sarebbe andata via di casa con le loro figlie. Lui non lo accettava. Lei non se ne andò mai, morì nell’esplosione.

I giornali ne parlarono per giorni, con dovizia di particolari. Femminicidio, si scrisse. E omicidio visto che, purtroppo, furono anche altre persone che vivevano nel palazzo a perdere la vita nell’esplosione.
I fari della cronaca rimasero accesi per un pochino, ma lasciando nell’ombra la parte più tragica della storia: le vite di quelle due bambine che avevano perso la madre per mano del padre rischiando esse stesse di morire. Due vite che da allora non furono più le stesse, ma che non facevano notizia e, quindi, vennero dimenticate.

Questo è il dramma nel dramma, quello degli orfani dei femminicidi, gli orfani speciali come vengono chiamati ogni tanto. Vittime incolpevoli di cui troppo presto ci si dimentica e che ancora più spesso vengono lasciate in balia delle onde. Delle onde della burocrazia, certo, ma anche delle difficoltà economiche, legali e, non meno importanti, psicologiche.
Avendo vissuto da vicino questo problema, riuscendo a dare un nome ed un volto ad almeno due di quegli orfani, che non posso non ricordare ogni giorno, mi ha molto colpito il lavoro di una fondazione che, a dispetto della sua giovane età, si sta dando da fare tantissimo per far conoscere questo aspetto terribile legato ai femminicidi e, soprattutto, fare qualcosa di concreto per aiutare gli orfani speciali.

La Fondazione Le stelle di Marisa ETS, presieduta da Daniela Ferolla e diretta da Isabella Rusconi e Benedetta Durini (direttrice scientifica) ha lo scopo di dare un sostegno concreto agli orfani speciali, vittime di un dramma silenzioso e profondo, che lascia dietro di sé non solo dolore, ma anche vuoti istituzionali e sociali. Questi bambini e ragazzi, spesso privati di entrambi i genitori, si trovano a vivere una condizione di estrema fragilità, troppo spesso ignorata dalle cronache e dalle politiche pubbliche.

La fondazione, che si finanzia solo tramite donazioni e raccolte fondi, grazie ad un incredibile team di professionisti, offre agli orfani di femminicidio assistenza legale, economica e psicologica. Ma soprattutto lavora affinché le loro storie non solo non vengano dimenticate quando arriverà un nuovo fatto di cronaca, ma si trasformino in storie di rinascita e, per quanto possibile, di sorrisi e serenità.

Se anche voi volete contribuire alla causa della Fondazione le stelle di Marisa ETS o anche solo saperne di più, collegatevi al sito https://www.fondazionelestelledimarisa.org/ o scrivete all’indirizzo info@fondazionelestelledimarisa.org

E, soprattutto, non dimenticatevi mai degli orfani speciali.

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Il Fatto Quotidiano

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