Perché per me stavolta Sinner, decidendo di non giocare le Finali di Coppa Davis, non è giustificabile
- Postato il 21 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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L’ho sempre compreso, non senza difficoltà in qualche momento, ma questa volta Jannik Sinner non ha giustificazione alcuna e penso che pagherà questa sua scelta di non partecipare alla Coppa Davis. La pagherà presso i suoi tifosi e presso l’opinione pubblica, compromettendo sicuramente la sua immagine. Anche perché questo suo rifiuto si aggiunge, peggiorando di molto la situazione, a quello dell’anno scorso fatto addirittura al Presidente della Repubblica, che lo aveva invitato con la squadra al Quirinale: cosa già abbastanza grave in sé ma all’epoca in qualche modo comprensibile, e digeribile pur con qualche maldipancia, nel contesto di una stagione in cui aveva dato moltissimo. E va ad aggiungersi alla bulimia pubblicitaria che lo fa comparire in un numero eccessivo di spot e promozioni, davvero troppi: anche nell’esporsi il troppo stroppia, c’è una misura, un limite.
Questa volta, non so consigliato da chi, ma consigliato certamente molto male, il numero due del tennis mondiale rischia di entrare in rotta di collisione con parte dei suoi fans e del mondo sportivo. Pesa nel giudizio, e fa la differenza rispetto alla precedente rinuncia di tre anni fa, anche il fatto che la gente oggi ha ancora negli occhi l’ostentazione di ricchezza e di dollari in quel di Riyadh, con un premio stratosferico e una racchetta d’oro da quattro chili che vale da sola 400mila euro. I soldi certo fanno comodo, sono un bel richiamo, ma la maglia dell’Italia in uno sportivo, e non in una macchina da soldi, avrebbe meritato qualche sacrificio, qualche attenzione in più.
In fondo, per com’è organizzata, si trattava di giocare qualche set in una settimana, niente di trascendentale e niente che lui non potesse fare senza compromettere la necessità di prepararsi bene all’inizio della prossima stagione. Panatta e Pietrangeli non l’avrebbero mai fatto: è vero che erano altri tempi ed era un’altra Davis, ma negarsi alla maglia del proprio paese quando si viene chiamati non è da ‘bravo ragazzo’: evidentemente sono per lui ‘speciali’, aggettivo che gli piace ripetere, altri appuntamenti ma non la storica coppa Davis.
Con quale faccia si presenterà da domani in poi davanti ai suoi ex compagni di squadra che invece pagherebbero per esserci? Tra l’altro, se dovessero vincere senza di lui, ogni sua parola sarà comunque fuori luogo, sbagliata, imbarazzante per lui e per gli altri. E se non lo faranno gli rimarrà la colpa di avere contribuito alla sconfitta, un po’ tradendo i colori del proprio paese.
Sinner è diventato una macchina sportiva e commerciale votata a massimizzare profitti e prestazioni, forse solo Yamal è riuscito a fare di peggio: non è bello e qualcuno tra quelli che gli sono vicini, a cominciare da Vagnozzi, dovrebbe dirglielo. Magari si trovi uno capace di dirgli come si sta al mondo, anche quello extrasportivo. I soldi non gli mancano, e sarebbero ben spesi.
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