Se Schlein fosse al potere farebbe come Meloni in politica estera, se non peggio: nessuna sorpresa

  • Postato il 6 giugno 2025
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Elly Schlein ha accolto e commentato come un fatto positivo in sé che Meloni e Macron si siano incontrati. La segretaria del Pd non ha espresso alcuna critica sul fatto che i due si siano trovati in pieno accordo nel continuare l’invio di armi e la guerra contro la Russia. Schlein non poi ha minimamente accennato al fatto che Meloni e Macron abbiano pienamente condiviso il riarmo europeo, al di là del sottigliezze furbastre e ridicole che solo in Italia riescono a diffondere Pd e soci, che vorrebbero più armi in Europa e meno in Italia.

Giudicando positivo l’incontro, Schlein ha espresso un solo netto distinguo da Meloni: lei, ha detto, sul treno per Kiev dei capi di governo – volonterosi guerrafondai – ci sarebbe salita.

Sinceramente non avevo dubbi che coloro che oggi si definiscono europeisti siano in realtà dei liberali fautori della guerra, altrettanto pericolosi quanto la destra estrema, con la quale competono sullo stesso terreno. Non avevo molti dubbi nemmeno su Schlein, che sulle scelte di fondo della Nato, degli Usa e della Ue è sempre stata d’accordo con Meloni e che, se fosse al governo, continuerebbe nella stessa linea di fondo della “fedeltà euroatlantica”. E dove sembrerebbe distinguersi in meglio, come su Gaza, la segretaria del Pd lo fa chiamando in piazza con lei anche quel gruppo di mostri che è la “sinistra per Israele”. Guidata da quel Piero Fassino che, in sintonia con la sua segretaria, ha subito elogiato l’incontro Meloni-Macron.

Del resto Schlein non ha mai usato la parola genocidio per ciò che Israele sta commettendo in Palestina e ha preteso di togliere questa parola dalla convocazione della manifestazione del centrosinistra del 7 giugno. Certo Schlein chiede di riconoscere formalmente lo stato della Palestina, ma senza rivendicare vere, pesanti sanzioni contro Israele, che quello Stato ha ridotto in macerie, riempito di lager e condotto allo sterminio. Su come colpire lo Stato genocida in concreto, la segretaria del Pd dovrebbe dare ascolto alla sua responsabile Esteri – la sionista Lia Quartapelle – e al suo capogruppo in Europa Zingaretti, che ha votato tutte le peggiori sconcezze riarmiste della Ue e firmato tutti gli appelli per Israele. Per non parlare della ineffabile Pina Picierno, vicepresidente Pd del Parlamento Europeo, che è andata persino oltre, accogliendo i rappresentanti dei coloni tagliagole in Cisgiordania.

Insomma ora sappiamo che se Schlein fosse al governo, in politica estera e nel riarmo farebbe più meno le stesse cose che fa Meloni. Anche lei abbraccerebbe Macron, il presidente più odiato dai francesi, o Merz, il cancelliere tedesco più di destra dal 1945, o il primo ministro britannico Starmer, che ha pubblicamente elogiato la politica di Meloni sui migranti. Sarebbe un poco più polemica con Trump, ma solo se questi davvero facesse dei passi di pace verso la Russia.

Insomma, ora sappiamo che la sola chiara distinzione annunciata da Schlein rispetto a Meloni è che lei sui trenini per Kiev ci salirebbe sempre. Sinceramente io di tutto questo non sono stupito, ma ora lo sappiamo tutti. C’è ancora chi ha dubbi?

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Il Fatto Quotidiano

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