Troppi soggetti tifano per la guerra, ma il popolo deve sapere che Putin è cattivo!

  • Postato il 16 ottobre 2025
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di Carmelo Sant’Angelo

Oggi Zelensky sarà alla Casa Bianca per reiterare la richiesta dei Tomahawk, l’ennesima arma “decisiva” per costringere Putin alla pace e, forse, anche alla resa. È la logica della “pace attraverso la forza” della von der Leyen, che ha dei precedenti illustri: “la forza precede il diritto” del Terzo Reich; il fascista “credere, obbedire, combattere”; il “si vis pacem, para bellum” dei Romani.

Tutte espressioni avvinte da una stessa logica: l’idea che la pace non sia un negoziato, ma un’imposizione del più forte. Una postura muscolare che tradisce lo spirito della Carta di Ventotene, difesa solo a parole dagli esponenti del Pd che, poi, puntualmente, votano per la corsa al riarmo.

Adesso non sappiamo se i Tomahawk saranno l’ennesima linea rossa che l’Occidente si accinge ad oltrepassare, ma ciò che sappiamo è che Zelensky si troverà di fronte un uomo ancora più convinto che la pace sia il frutto della supremazia militare. Milita in tal senso la pace da lui imposta a Gaza tramite la forza. In realtà, Trump ha imposto “la forza tramite la pace”, cioè sarà consentito ad Israele di usare la forza senza lo stigma della guerra, anche se su scala nettamente diversa e sotto i più fantasiosi alibi.

L’alibi degli europei è, invece, “Putin non vuole la pace”. I fatti emersi dicono, però, il contrario. “Nell’autunno del 2021, il presidente russo Vladimir Putin ci inviò una bozza di trattato: voleva che la Nato firmasse l’impegno a non allargarsi più. Naturalmente non lo abbiamo firmato”. Lo ha rivendicato con orgoglio Jens Stoltenberg. Appena due mesi dopo dall’inizio del conflitto, quando Ucraina e Russia erano sul punto di firmare un accordo ad Istanbul, Boris Johnson volò a Kiev per convincere il leader ucraino a non firmare.

Come ha raccontato l’ucraino Davyd Arakhamiia, consigliere fidato di Zelensky, “dopo il nostro ritorno da Istanbul, Boris Johnson visitò Kiev e ci disse che non avremmo dovuto firmare nulla con i russi e continuare a combattere”. Versione integralmente confermata da Jean-Daniel Ruch, allora ambasciatore svizzero in Turchia, che ha indicato gli Stati Uniti e il Regno Unito come i veri sabotatori della pace. L’Ucraina era pronta a rinunciare a unirsi alla Nato, mantenendo la sua neutralità in cambio della conservazione della maggior parte del suo territorio, eccezion fatta per la Crimea. Ma, come dichiarato dall’ex ambasciatore, “gli americani con i loro alleati britannici hanno staccato la spina ai negoziati”, ritenendo che fosse “troppo presto per concludere la guerra”.

Il ruolo centrale di “BoJo” è ulteriormente confermato da Michael von der Schulenburg, l’ex Segretario Generale Aggiunto delle Nazioni Unite, il quale ha ribadito che un accordo era imminente e che il fallimento dei colloqui è stato orchestrato per ragioni geopolitiche. Stessa posizione di Hajo Funke, professore emerito di Scienze politiche alla Freie Universität di Berlino, che ha spiegato come la pressione occidentale abbia giocato un ruolo cruciale nell’interruzione delle trattative.

A confermare questa tesi anche Harald Kujat, ex comandante delle Forze Armate tedesche e della Nato, che ha sottolineato che l’abbandono dei negoziati ha rappresentato un disastro per la sicurezza europea e un tradimento verso l’Ucraina. Un altro ambasciatore, Oleksandr Chalyi, ha ricordato quanto Kiev e Mosca fossero “vicini” a porre fine “alla nostra guerra con una soluzione pacifica”.

Venerdì scorso il Guardian ha svelato un ulteriore tassello: Christopher Harborne, nel settembre 2023, accompagnò in Ucraina Boris Johnson, in qualità di “consulente”. Costui è il principale azionista di un’azienda di armamenti che fornisce droni all’esercito ucraino, commercia in aerei privati, è il proprietario di un’azienda che vende carburante per l’aviazione, ha finanziato la Brexit e ha donato un milione di sterline a una società privata di Johnson dopo le sue dimissioni da primo ministro.

Troppi soggetti tifano per la guerra, ma il popolo deve sapere che Putin è cattivo!

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Il Fatto Quotidiano

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