Una denuncia clamorosa sulle stragi è caduta nel nulla. Riporto i dati salienti

  • Postato il 4 giugno 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Clamorosa rivelazione nel video dal titolo: Bongiovanni: “La Cia e gli Stati Uniti d’America dietro tutte le stragi italiane”. Nemmeno l’attento e scrupoloso mio corregionale Leonardo Sciascia, – esperto conoscitore di cose di Cosa nostra – avrebbe previsto una selva di notizie capaci di cambiare totalmente, quel che i processi sulla Strage di Capaci, sinora ci hanno fatto conoscere.

In questi giorni, attraverso il video, sono state disvelate notizie che potrebbero dar la stura a nuove investigazioni per far luce – appunto – su quell’alone di mistero che regna sulla strage di Capaci, ma non solo: ammesso che di mistero si tratti. Il 27 maggio scorso, durante la cerimonia in ricordo della strage di via dei Georgofili a Firenze, tenutasi a Siena, uno degli oratori – noto giornalista antimafia, Giorgio Bongiovanni – ha riferito cose gravissime, che se fossero vere, potrebbero cambiare la storia delle strage compiute da Cosa nostra. La cosa anomala è che nessun organo di stampa, ha riportato la “denuncia” così forte e circostanziata.

Riporto i dati salienti della summenzionata denuncia, peraltro condivisa con standing ovation dagli astanti. Il giornalista Bongiovanni, nel suo intervento, ha riferito due elementi nuovi: il primo riguarda il ruolo del noto mafioso Giuseppe Graviano; il secondo denuncia il fattivo ruolo e determinante degli americani nella strage di Capaci. Fornendo un dettaglio importantissimo, ovvero il coinvolgimento di agenti della Cia nella strage.

Ecco la denuncia: “I servizi segreti italiani sono controllati dalla CIA… è la CIA che opera in Italia, è la CIA che ha detto in una confidenza al criminologo palermitano, ‘noi eravamo a Capaci’. Poi – continua – dicendo: ‘Giuseppe Graviano non ha incontrato Dell’Utri e Berlusconi soltanto. Giuseppe Graviano, vestito a festa, ha girato l’angolo ed è andato all’Ambasciata americana perché Cosa nostra voleva garanzie se doveva uccidere cento carabinieri, cento carabinieri, non due, la strage più potente della storia d’Italia. Non è saltata la macchina. Cento carabinieri alla partita Roma-Udinese… altro che Dell’Utri o quello scemo di Berlusconi… ha girato l’angolo. Prima chiede garanzie all’Ambasciata’”.

Sin qui parte della denuncia di Bongiovanni. C’è anche il signor Antonio Vassallo, il fotografo che intervenne dopo pochi minuti dalla strage di Capaci -, che da oltre 15 anni, anche nel 2023, afferma nel corso di interviste a giornali e tv, che la ventiquattrore di Giovanni Falcone, sarebbe stata fatta sparire immediatamente dopo la strage di Capaci, insieme alle agende. Lo stesso accosta il fatto, con le stesse modalità dell’Agenda rossa di Paolo Borsellino.

Le sue interviste contrastano in maniera inequivocabile con quanto affermato dall’ex procuratore Giammanco, che rispondendo al giornalista Rai, nell’immediatezza della strage disse: “Le borse di Falcone sono state ritrovate, repertate col suo contenuto e riposte nell’armadio blindato, per essere consegnate alla magistratura di Caltanissetta”. Più volte ho invitato Vassallo a pubblicare i documenti da dove trae il “furto” della ventiquattrore: ma non ho mai ricevuto risposta.

Concludo, invitando sia il giornalista Giorgio Bongiovanni, che Antonino Vassallo a varcare la soglia della procura della Repubblica di Caltanissetta e presentare circostanziata denuncia su fatti in narrativa. Credo sia doveroso, per rispetto dei nostri martiri.

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Il Fatto Quotidiano

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