Nell’Appennino sopra Parma c’è un museo nato per avvicinare la comunità all’arte contemporanea. La storia
- Postato il 4 settembre 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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Sulle prime alture dell’Appennino parmense si è compiuto un piccolo miracolo. Grazie a due laureati in storia dell’arte e a un gruppetto di irriducibili volontari poi costituitisi in associazione, la minuscola comunità di Sella di Lodrignano, frazione di Neviano degli Arduini, può vantare un museo d’arte contemporanea che nella sua collezione permanente comprende opere di Vasco Bendini, Concetto Pozzati, Emilio Scanavino e di tanti altri artisti sia del territorio sia di caratura nazionale e internazionale.
L’arrivo dell’arte contemporanea nell’Appennino parmense
Tutto cominciò attorno al 2004, quando Alessandro Garbasi e Francesca Bersani ebbero l’idea di usare l’ex scuola del paese – un contenitore vuoto ma già restaurato – per iniziative culturali a budget zero per il Comune. Presero così vita le prime mostre che coinvolsero sia pittori amatoriali del posto sia artisti riconosciuti. Durante un viaggio nel Comasco, i due ebbero modo di visitare il museo Piero Gauli (Milano, 1916 – Milano, 2012) nella località montana di Ramponio Verna e subito scattò la scintilla: perché non allestire un centro d’arte contemporanea tra le colline parmensi, con l’obiettivo “sociale” di aprire la mentalità della comunità locale, stimolandola a un pensiero critico, all’accettazione delle novità e in particolare di linguaggi artistici non sempre o non ancora compresi?

La nascita del MUseoSElla a Sella di Lodrignano
Detto, fatto: Garbasi e Bersani tornarono alla base con un autoritratto donato da Gauli stesso e da allora sono riusciti a convincere numerosi artisti, collezionisti e galleristi a regalare delle opere per la Collezione civica di arte contemporanea di Sella di Lodrignano, giungendo quindi a inaugurare il MUseoSElla nel 2021. Il patrimonio artistico oggi comprende più di 400 pezzi tra pitture, grafiche, sculture, fotografie, oggetti di design, fumetti, bozzetti di architettura nonché alcune opere curiose, come il grembiule usato da Mario Nanni e su cui si sono mantenute le tracce, riconoscibilissime, degli stili e dei motivi praticati dal pittore romagnolo nel corso della sua carriera.
Gli highlights del MUseoSElla tra le colline parmensi
Tra le punte di diamante del museo ci sono le opere di Concetto Pozzati (Vo’, 1935 – Bologna, 2017): le prime due sono state donate da Vasco Bendini (Bologna, 1922 – Roma, 2015) – di cui si espongono anche due carteautografe – assieme a più di altre 30 opere provenienti dalla collezione privata dell’esponente dell’Informale. Quando Pozzati seppe che nel museo era esposta la sua litografia degli Anni ’60, svelò che si trattava della partecipazione alle sue nozze e si convinse così ad aggiungere al nucleo anche un lavoro della serie Ciao Roberta, dedicata alla moglie scomparsa da poco.










Il focus sull’arte bolognese del secondo Novecento al MUseoSElla a Sella di Lodrignano
Il principale focus del percorso è dedicato all’arte bolognese della seconda metà del Novecento, soprattutto nella sua manifestazione legata all’Informale, mentre nelle altre sale le opere sono esposte sulla base di un criterio che ne evidenzia le consonanze; lo stile dell’allestimento, inoltre, risente della lezione dell’architetto Guido Canali (Sala Baganza, 24 ottobre 1935) che nel 2016 ha scelto proprio i locali del museo per l’esposizione di plastici, video e disegni originali dello studio. Tra i lavori più preziosi vi sono inoltre quelli di Tono Zancanaro, William Xerra, Gastone Biggi, oltre che e di Graziano Pompili, artista che meriterebbe maggiore attenzione. Da notare anche le opere di Augusto Vignali, Alberto Reggianini, Maurizio Bottarelli, Simone Ponzi.
Il MUseoSElla anche un progetto per avvicinare la comunità all’arte contemporanea
L’associazione MUseoSElla ha inoltre sviluppato il progetto Arte nelle case, donando alle famiglie del territorio e ai nuovi nati delle opere d’arte contemporanea che oggi costituiscono una sorta di museo privato diffuso. Infine, il museo si pone come un punto di riferimento per iniziative culturali, visite organizzate a mostre e musei e conferenze con artisti (l’ultima ha visto protagonista Marco Martalar, ormai star dei social grazie alle sue opere realizzate con il legno degli alberi caduti sotto le raffiche della tempesta Vaia, come il Drago di Lavarone).
Marta Santacatterina
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